Il comando provinciale dei carabinieri ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha disposto i l’arresto di sei indagati considerati mandanti ed esecutori dell’omicidio di Fortunato Scognamiglio, perpetrato a Melito il 16 gennaio 2012.

In manette Antonio Caiazza, Michele Caiazza, Antonio Mennetta. Ordinanza anche per Mariano Riccio che è già in carcere.

Si tratta dell’esito ditale delle indagini che, nel maggio del 2012, avevano consentito di trarre in arresto Giovanni Illiano, poiché ritenuto uno dei killer di Scognamiglio, ucciso all’interno di una concessionaria di auto a Melito. Illiano qualche mese dopo iniziava a collaborare con la giustizia, fornendo un contributo determinante non soltanto per ricostruire l’organigramma del clan Amato Pagano ma anche per delineare il contesto entro il quale si realizzò la faida del 2012 caratterizzata dalla sanguinosa contrapposizione tra le famiglie dominanti su Scampia e Secondigliano e sui Comuni a nord di Napoli. L’omicidio Scognamiglio va considerato uno degli episodi più significativi rispetto alla strategia criminale degli Amato – Pagano ed in particolare della componente che si raccoglieva intorno al giovane boss Mariano Riccio, che è rimasto latitante sino al febbraio scorso e che adesso è detenuto in regime speciale.

Verso la fine del 2011, infatti, Riccio decise di rinsaldare lìalleanza militare ed economica con il gruppo della Vanella – Grassi, il clan emergente nell’area di Secondigliano, stabilendo di estendere la propria egemonica malavitosa nei territori di Melito e di Mugnano, sottraendoli al controllo criminale degli Abete – Abbinante.

La scelta di ammazzare Scognamiglio giunse dopo una serie di incontri che Mariano Riccio ebbe con i vertici del gruppo della Vanella – Grassi tra cui Antonio Mennetta e Rosario Guarino.

La genesi e le modalità dell’omicidio sono state descritte in primo luogo dal collaboratore di giustizia Illiano: ma sono stati fondamentali i contributi conoscitivi di due esponenti di quelle consorterie criminali, Carmine Cerrato e Rosario Guarino, uno dei tre soggetti che, insieme a Antonio Mennetta e Rosario Guarino, erano al vertice del gruppo Vanella – Grassi.

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