Parlare di legalità tra le mura di quelle che un tempo era una cattedrale del malaffare ed oggi un bene a disposizione dei cittadini. E’ il senso dell’evento promosso dal Centro Nazionale Spprtivo Fiamma di Giugliano tenutosi martedì 31 gennaio. Lo scenario è stata un ex Tenuta Agricola, quartier generale della coltivazione della marijuana in un antro di periferia della fascia litoranea di Varcaturo. Ettari di terreno, una villa su più livelli in passato simbolo del potere del malaffare ed oggi vessillo in una terra difficile del trionfo della legalità ribattezzato “Fondo Italia”.

Porte aperte a centinaia di ragazzi delle scuole medie e superiori del comprensorio: il Galvani, il Minzoni, il Marconi, la Don Salvatore Vitale di Giugliano, la Siani di Villaricca e l’Itc di Arzano.

Ragazzi che per una mattinata in orario curriculare hanno potuto constatare come un bene sottratto alla criminalità organizzata possa diventare anche il loro spazio per progetti di caratura sociale, di rivalorizzazione del territorio.

La convention è stata articolata in due momenti: un convegno ed una fase esperenziale destinata proprio agli studenti. Moderati dal giornalista Marcello Curzio, hanno relazionato Antonio Arzillo, presidente del CNSF che ha provveduto a leggere una breve lettera di Cantone, presidente dell’ANAC, Angela Palma, dirigente del CNSF Area Sociale, Vincenza Abbondante del Tribunale dei Minori di Napoli, Stefano Stanzione dell’Ordine dei Commercialisti di Napoli Nord, l’avvocato Emanuele Bifaro, la psicologa Claudia Feline, l’avvocato Angelo Pisani, già presidente dell’Ottava municipalità di Napoli.

Un parterre di relatori per illustrare gli aspetti, i valori, le difficoltà e l’importanza della ridestinazione dei beni confiscati abbracciando tematiche di carattere legale, economiche, burocratiche ed ovviamente psicosociali.

Angela Palma: “Troppo spesso di parla di beni confiscati e del loro riutilizzo, dimenticando le grandi difficoltà in cui il terzo settore s’imbatte affinchè venga pienamente espletato il loro compito. Si pensi che in Italia sono 23.576 le strutture confiscate ma soltanto 524 le associazioni che ne usufruiscono. Numeri che devono far riflettere su un patrimonio che può e deve essere davvero di tutti, una risorsa per cittadini e territori”.

Antonio Arzillo: “Un ringraziamento al Ministero delle Politiche sociali, alle forze dell’ordine che ci cono vicine, allo Stato in generale per gli sforzi messi in atto affinché il cittadino si riappropri di fette di territorio dove un tempo metteva radici la criminalità. Il nostro impegno affinché aree come questa di Fondo Italia divengano un faro per tutto il comprensorio, esempio di laboratorio a disposizione di tutti per lo sviluppo di idee, spazi per la crescita psicosociale e della cultura del lavoro e della legalità”.

Da un anno Fondo Italia è sede di orti sociali per oltre 40 famiglie. Spazi in cui è possibile coltivare una porzione di orto in un territorio  per anni fagocitato dalla cementificazione selvaggia, aree ludiche per l’attività psicomotoria di bambini con difficoltà, spazi per laboratori. Una risorsa ed un supporto alle altre strutture dei servizi sociali, sempre più a misura di cittadino, sempre più aperti alle esigenze delle famiglie.

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