Soda caustica nella mozzarella: cos’è e quali sono gli effetti per la salute

Mozzarella con latte adulterato e soda caustica. Un sistema criminale per mettere in commercio uno degli alimenti più amati della Campania con marchio Dop.

L’inchiesta ‘Aristeo’, coordinata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere e condotta dai militari della Guardia di finanza della compagnia di Marcianise si è abbattuta come una bufera su allevatori, rivenditori di latte e titolari di caseifici nel Casertano. Secondo gli inquirenti per produrre mozzarella di bufala veniva utilizzato latte di mucca avariato e trattato con soda caustica per mascherarne l’acidità.

Tre le aziende coinvolte, cinque gli indagati finiti agli arresti domiciliari, mentre per altri cinque è scattato il divieto temporaneo di esercitare l’attività. Tra gli arrestati anche Salvatore Bellopede che, oltre a essere titolare insieme al fratello Luca della ‘Bellopede e Golino’ di Marcianise (Caserta), è anche socio del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop e presidente della Confartigianato Caserta (ecco i nomi dei caseifici).

Cos’è la soda caustica

La soda caustica è il nome comune del composto alcalinizzante idrossido di sodioCos’è la soda caustica? Una base minerale forte, appare solida a temperatura ambiente, è estremamente igroscopica (assorbe tanta acqua!) e deliquescente (assorbe l’umidità presente nell’aria!).

In commercio si trova in forma di gocce biancastre chiamate comunemente perle di soda caustica, pasticche o perline. La soda caustica è impiegata in diversi settori industriali e anche in ambito domestico. L’uso più comune in casa vede la soda caustica impiegata come disgorgante per sturare tubi e lavandini intasati. E’ impiegata nella produzione fai da te del sapone e in un gran numero di settori.

Gli effetti per la salute

L’ingestione di sostanze caustiche, come la soda stessa, può avere conseguenze gravi per la salute perché questi liquidi contengono agenti caustici (cioè sostanze che possono corrodere, bruciare, i tessuti del corpo umano). Le conseguenze dell’ingestione di caustici possono essere svariate e dipendono dal tipo di sostanza ingerita, dalla concentrazione e dalla quantità.

I sintomi e i segni che in genere possono comparire dopo l’ingestione di una sostanza caustica sono:
– irritazione delle mucose;
– tosse;
– crampi e dolori addominali;
– vomito;
– ustioni del tratto gastrointestinale;
– ulcerazione del tratto gastrointestinale;
– convulsioni.

Cosa fare

L’approccio diagnostico-terapeutico si differenzia a seconda che il paziente sia adulto o bambino e l’ingestione sia accidentale o volontaria. La prima fase è però comune a tutti i possibili scenari e consiste nel:

  • – garantire le funzioni vitali se compromesse;
    – raccogliere l’anamnesi e cercare di identificare la sostanza assunta, reperendo la confezione originale del prodotto o, per i prodotti non noti, magari travasati in altri contenitori o diluiti con acqua, misurando il pH con cartina al tornasole con range 0-14;
    – valutare i sintomi e condurre un attento esame obiettivo: i sintomi variano in base alla gravità del danno subìto, andando dalla quasi assenza a dolore, disfonia, scialorrea, vomito ematico, fino a compromissione delle funzioni vitali; l’assenza di lesioni del cavo orale non esclude la presenza di lesioni esofagee o gastriche;
    – somministrare un farmaco gastroprotettore (per esempio un inibitore di pompa) per via endovenosa;
    – effettuare gli esami di laboratorio prescritti, in particolare la determinazione degli indici di flogosi, l’equilibrio acido-base, l’amilasi, la funzionalità epatica e renale, i parametri della coagulazione.
  • Nella maggioranza dei casi è indicata una radiografia toraco-addominale standard, al fine di identificare segni di perforazione (pneumomediastino, pneumoperitoneo) o di mediastinite e polmonite (anche da aspirazione). Peraltro la assenza di questi reperti non esclude una perforazione o una lesione grave a livello viscerale. Indagini più approfondite con mezzo di contrasto idrosolubile (gastrografin) o mediante TC sono riservate ai pazienti con sospetta perforazione in atto.
  • L’endoscopia è il cardine della valutazione diagnostica e della stadiazione, poiché permette di verificare:
    – la presenza di lesioni;
    – la gravità delle singole lesioni;
    – l’estensione delle lesioni e gli organi coinvolti;
    – la presenza di elementi oggettivi correlabili al rischio di perforazione.
  • Va tuttavia segnalato che è molto dibattuta la necessità di procedere sempre a una endoscopia digestiva in urgenza nel bambino. In linea di massima si raccomanda di eseguirla entro 24 ore dall’ingestione così da valutare le lesioni in modo completo e attendibile. Se però l’endoscopia digestiva viene effettuata troppo precocemente (4-6 ore dopo l’ingestione) si potrebbe sottostimare la gravità del danno.
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