Mentre la Campania si indigna ancora una volta per le dichiarazioni di Schiavone gira in rete a Giugliano un documento ancora più interessante. Una relazione postata da Pio Iannone, funzionario del Comune in pensione, in cui nel lontano 1990 già si parla di rifiuti tossici e si traccia una mappa di tutte quelle che sono le discariche abusive e legalizzate.

Nel giuglianese erano tre le cave che con autorizzazione provinciale accoglievano i rifiuti da mezza Italia. La re.sit, la novabiente e l’alma. Quest’ultima a Villaricca. Mentre per la Re.sit il processo contro il proprietario Cipriano Chianese e’ in corso e ancora in fase embrionale, Gaetano Vassallo, gestore della discarica Nova Ambiente, collabora con la giustizia da anni ed ha raccontato cose molto più gravi anche rispetto alle dichiarazioni di Schiavone. Quello che lascia perplessi e smarriti è la posizione dello Stato. La camorra, oramai è chiaro come il sole, aveva scelto il territorio tra Napoli e Caserta come base per gestire il business dei rifiuti. Nel piano regolatore criminale di Bidognetti e Mallardo la zona di Tre Ponti doveva essere quella destinata alla munezza. Lo Stato quando già nel 1990 aveva capito cosa stesse accendendo ha preso una decisione analoga: di fianco alle discariche della camorra ha costruito gli sversatoi per gestire quella che poi sarà definita l’emergenza rifiuti in Campania. Un’operazione che ha permesso per anni di spostare l’attenzione dal bidone tossico interrato in campagna al cassonetto sotto casa. Così come oggi si parla di Taverna del Re e non si capisce qual è il piano complessivo per la bonifica dell’area vasta: quei 2km quadrati vera bomba ad orologeria per l’ambiente. Mentre accade tutto questo le Istituzioni continuano a dirci di non allarmarci troppo sperando di fare quello che hanno fatto per vent’anni: niente.
Le uniche notizie positive arrivano dall’idea, era ora, di inasprire le pene per gli ecomafiosi. Si aspetta il Decreto del Ministro Orlando. Intanto però gran parte di quello che ha dichiarato Schiavone e’ andato in prescrizione o non è punibile come già tre anni fa spiegò il Pm Raffaele Picirillo durare la festa del Pd a piazza Matteotti. Anche sulla stampa spesso si confondono i problemi e la gente tra roghi, bidoni e sacchetti fa una grande confusione. Quella che è certa è la storicità del problema e il fatto che per anni nessuno ha un mosso un dito. Per chi da sempre frequenta questi temi il timore è sempre lo stesso: a breve si rispegneranno i riflettori sul problema e riprenderanno le odiose pacche sulla spalla: “mica possiamo parlare sempre di rifiuti”. Le stesse parole ascoltate di certo nel 1990 da Pio Iannone e gli altri quando presentarono le loro denunce.

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