E’ ritenuto uno dei killer del duplice omicidio Montanino-Salerino, il delitto che secondo gli inquirenti fece scoppiare la prima faida di Scampia tra il clan di Lauro e gli Scissionisti. Stiamo parlando di Ciro Mauriello, ritornato in cella la settimana scorso nell’operazione contro il clan Amato-Pagano che ha portato all’arresto dei fratelli Elia e Maurizio Cancello e del ras Pietro detto “Pierino” Caiazza.

Mauriello secondo l’inchiesta rivestiva un ruolo chiave tra la cosca Amato-Pagano egemone tra Melito e Mugnano. Era ai domiciliari ma secondo gli investigatori i suo problemi di salute non erano veri ed avrebbe cercato più volte falsi certificati medici per sfuggire alla detenzione in carcere.

I rapporti tra Amato-Pagano e Notturno di recente sarebbero migliori. Il clan – come riporta Cronache – rappresenterebbe il “braccio armato dei melitesi” e gestirebbe anche alcune piazze di spaccio a Scampia per conto  degli Scissionisti con base a Melito. ‘O Cir’, come è noto negli ambienti della malavita, ha iniziato infatti la sua carriere criminale proprio nei Notturno e potrebbe aver favorito quest’accordo.

Al centro dell’inchiesta Antimafia è finito però anche lo scontro con un il ras Caiazza, vittima di un agguato ad Afragola e forse anche di un altro raid a Mugnano. Era Mauriello a prendere le decisione e potrebbe essere stato lui ad ordinare le spedizioni punitive.

Mauriello per far cessare queste voci avrebbe incontro il figlio di Caiazza anche se gli avrebbe dimostrato l’antipatia per il padre. “Se lo incontro in strada gli sparo in faccia”. Disse però di avere stima per il giovane che rispose dicendo di essersi sentito isolato per aver chiesto inutilmente aiuto ad alcuni affiliati alla “gente di Melito”.

Allora Mauriello disse: “Non basta aver parlato con altri. Si bussa il campanello anche alle 4 di notte, io sono il responsabile della famiglia”. Poi aggiunse che il comportamento del padre Pietro era grave perché “negli ultimi mesi minacciava le persone”.

Sullo scontro tra i due c’è anche un’intercettazione tra Mauriello ed un altro affiliato dove riferiva la propria volontà di uccidere Pietro, laddove avesse avuto l’autorizzazione da Rosaria (Rosaria Pagano, sorella di Cesare), nonché di essere disposto a lavorare di nuovo con l’odiato sodale – riporta ancora Cronache – solo se questi si fosse impegnato apertamente con Rosaria di comportarsi in modo corretto.

Parole che secondo gli inquirenti evidenziano il ruolo ‘supremo’ della Pagano per prendere decisioni drastiche come l’uccisione di un affiliato o l’allentamento dello stesso come avvenuto nei confronti di Pietro Caiazza.

 

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