Una altro duro colpo agli “Scissionisti” appartenenti al clan Amato-Pagano dopo l’arresto di “lady camorra” Rosaria Pagano ed altre 16 persone.

Lo scorso 25 gennaio i Carabinieri di Castello di Cisterna e la Polizia di Stato di Napoli hanno dato esecuzione ad decreto di Fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia a carico di quattro persone ritenute responsabili del reato di associazione di tipo mafioso in quanto intranei al clan camorristico Amato Pagano, operante nei quartieri di Scampia e Secondigliano e nei Comuni di Melito e  Mugnano.

FERMI CONVALIDATI. Il provvedimento restrittivo è stato oggi convalidato dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli che ha contestualmente emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti degli indagati. L’attività investigativa del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna e della Squadra Mobile di Napoli, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia e corroborata da risultanze di attività tecnica d’intercettazione e dalle dichiarazioni dei collaboratori di Giustizia,  ha consentito di acquisire significativi elementi di colpevolezza a carico degli indagati, aderenti alla citata consorteria camorristica.

L’EVOLUZIONE DEL CLAN. Le indagini hanno ricostruito le recenti evoluzioni del clan che dopo aver superato la contrapposizione interna tra la famiglia Amato e Pagano registrata durante la reggenza del clan affidata da Cesare Pagano al genero Riccio Mario -quest’ultimo localizzato ed arrestato dopo una lunga latitanza il 4 febbraio 2014- ha riconquistato una  posizione di assoluta centralità nel panorama criminale della zona a nord di Napoli sotto la ferrea e unitaria guida di Pagano Rosaria, recentemente arrestata in quanto destinataria di ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione di tipo mafioso.

IL NUOVO SCONTRO. Dalle indagini è altresì emerso che i destinatari del provvedimento di fermo, in aperta contrapposizione tra loro, aspiravano ad assumere e mantenere il ruolo primario e di stretta fiducia dei vertici del clan, al fine di conservare il controllo dei traffici illeciti nel settore della vendita all’ingrosso della cocaina a Mugnano e Melito, il cui mercato ha rappresentato e rappresenta la principale fonte di sostentamento economico della compagine.

GLI AGGUATI. Nel segnalato contesto criminale di aperta contrapposizione armata sono state registrate diverse fibrillazioni. Tra esse si rileva l’omicidio di Di Rupo Luigi, ritenuto vicino ai fratelli Cancello, consumato il 5 gennaio 2016 a Melito; il ferimento dell’indagato Caiazza Pietro, consumato il 18.05.2016 nel comune di Melito; l’agguato consumato nel lotto G di Scampia il 12.12.2016 in cui è stato ucciso Angrisano Francesco, elemento di spicco del gruppo camorristico della Vanella Grassi.

Caiazza Pietro, Mauriello Ciro e i fratelli Cancello Elia e Maurizio risultano affiliati al clan Amato Pagano sin dalla sua costituzione e cioè dal momento in cui le famiglie Amato Pagano si sono scisse dal clan Di Lauro dando vita agli “Scissionisti” e ad una delle più cruente faide di camorra degli ultimi anni.

LA FALSA MALATTIA DI MAURIELLO. Le indagini hanno cristallizzato i ruoli e le responsabilità penali degli indagati e dimostrato il non veritiero stato di salute di Mauriello a causa del quale, al momento della cattura, era detenuto per altro provvedimento in regime di arresti domiciliari anziché in carcere. Il predetto ha provato, senza successo e in più occasioni, a reperire medici compiacenti che gli fornissero certificazioni mendaci.

VIDEO E FOTO: 

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