All’Ufficio ragioneria del Comune di Marano si sono decisi ad effettuare il conteggio delle spese sostenute per la gestione dell’Ufficio Giudice di Pace Napoli Nord (sezione distaccata di Marano con sede in piazza Escrivà de Balaguer) da distribuire sui Comuni di Marano (capofila), Villaricca, Calvizzano, Qualiano, Mugnano e Melito, gli enti aderenti alla seconda convenzione stipulata il 27 giugno 2014. Giugliano non ne fa parte. Marano, il Comune a cui compete anche la gestione, al 31 dicembre 2016, vanta un credito di circa 190mila. L’unico Comune, stando alla determina firmata dalla dirigente del Servizio Economico Finanziario, Claudia Gargiulo, a non avere debiti con Marano è Calvizzano.

Agli altri quattro, invece, spetta pagare le seguenti quote: Melito (80mila677 euro), Qualiano (70mila195 euro), Villaricca (24mila 112 euro), Mugnano (14mila347 euro). Vanno versate entro le scadenze del 31/03/2017 (quota 2014), 30/06/2017 (quota 2015), 30/09/2017, quota 2016. La rendicontazione elaborata ha carattere provvisorio dovendo essere ancora conteggiate le spese delle utenze di tutte e tre le annualità (energia elettrica, telefono, riscaldamento) ed essendo ancora in corso, da parte del Comune di Marano, liquidazioni di spese di varia natura, relative al 2016 (a titolo esemplificativo: piccoli acquisti economali e spese postali di notifica).

Ma sono stati fatti bene i conti? Prendiamo ad esempio il caso di Calvizzano. La prima convenzione, venne ratificata ad aprile 2013 e fu sottoscritta  da sindaci e rappresentanti istituzionali dei 7 comuni (Marano, Villaricca, Melito, Qualiano, Giugliano, Mugnano, Calvizzano) che fanno capo all’importante Ufficio giudiziario. Per Calvizzano, la firma fu apposta da Anna Annunziata,  sub commissario dell’epoca, in quanto il Comune era commissariato.

Poi, a giugno 2013, si insediò Salatiello che subito decise (atto ratificato il 10 settembre 2013) di recedere dal protocollo d’intesa. L’amministrazione non intendeva più contribuire a sostenere le spese per il funzionamento dell’Ufficio, per scarseggio delle risorse, in virtù della riduzione dei trasferimenti erariali, ma soprattutto per il criterio iniquo con il quale erano state determinate le quote.

A Calvizzano spettava pagare 35.727 euro annui, calcolati secondo un criterio che prevedeva, per ogni Comune aderente, l’esborso di una quota fissa pari alla settima parte del 60% dei costi, mentre l’altro 40% veniva coperto con una quota variabile in base al numero di abitanti, facendo riferimento alla popolazione residente in base all’ultimo censimento. Il recesso, però, ebbe effetto a decorrere dal primo gennaio 2014, come previsto dall’articolo 12 del protocollo d’intesa. Quindi, per il 2013, Calvizzano avrebbe dovuto versare nelle casse di Marano circa 24mila euro (otto dodicesimi di 35mila727 euro).

Grazie alla spinta del Comune di Calvizzano, rappresentato in più occasioni dall’avvocato Fabio Felaco, delegato dal sindaco, nel 2014 cambiarono le cose: a giugno fu firmato un nuovo accordo (dal quale si ritirò Giugliano) con modalità diverse rispetto a quello precedente.  Calvizzano, infatti, non doveva più sborsare 35.727 euro annui, ma 22mila799 euro. Praticamente si strappò un risparmio di circa 13mila euro l’anno. Il Comune, dunque oltre ai 24mila euro del 2013 avrebbe dovuto versare anche una quota del 2014, più quelle del 2015 e del 2016. Perché dai calcoli risulta un debito di zero euro verso Marano? Forse perché è stata fatta la compensazione con il costo del personale che ogni Comune ha messo a disposizione per il funzionamento dell’Ufficio del Giudice di Pace? Dall’atto firmato dalla dottoressa Gargiulo, non si evince questo passaggio. E la spesa sostenuta nel 2013 per gli otto mesi di gestione dell’Ufficio se l’è accollata solo Marano?

di Mimmo Rosiello

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