A sinistra Antonio Lo Russo, figlio di Salvatore, capo dell'omonimo clan camorristico, ripreso a bordo campo al San Paolo di Napoli nel corso della partita Napoli - Fiorentina del 13 marzo 2010 persa dai partenopei per 1 a 3. ANSA / CIRO FUSCO

Napoli. Il boss di camorra Antonio Lo Russo comunicava con il calciatore argentino del Napoli Lavezzi con un telefono dedicato. E’ lo stesso boss, oggi collaboratore di giustizia, ad affermarlo nel corso di una deposizione resa agli inquirenti il 22 novembre scorso.

Il calciatore, che oggi gioca in Cina, è del tutto estraneo alle indagini. Nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto del gioielliere titolare del marchio “Calabritto 28” per aver favorito la fuga del boss, – spiega l’Ansa – Lo Russo ricostruisce alcuni frangenti della sua latitanza.

“Mandai a chiamare – racconta Lo Russo – Ciccio Piscopo, perché era amico di Lavezzi ed io ci tenevo ad avvisare quest’ultimo di buttare il telefono dedicato che aveva per parlare con me, non volevo che lui potesse trovarsi nei guai in quanto a casa mia c’era il telefono che io utilizzavo per parlare con lui e temevo che i carabinieri lo potessero trovare e magari chiamando potevano capire che era un telefono dedicato con il giocatore. E Ciccio, che veniva sempre con me da Lavezzi, andò ad avvisarlo”.

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