Alla fine il cuore di Salvatore Giordano non ha retto. Se ne è andato in tarda mattinata, mentre i medici del Loreto Mare stavano eseguendo l’ultima Angio-Tac: quella decisiva prima di avviare le procedere per il distacco dei macchinari. “Salvatore è morto, Salvatore è morto”, queste le parole della sorella maggiore quando la barella ha attraversato i corridoi che separano la sala d’attesa dalla Rianimazione.

 

La notizia si è diffusa in pochi secondi e l’esterno della struttura si è trasformata in una valle di lacrime. I suoi amici, che da tre giorni speravano in un miracolo, non hanno resistito. Un dolore sordo, troppo forte, quello dei ragazzi che lo hanno visto riverso in una pozza di sangue. Quel gruppo e tanti altri poi accorsi al Loreto Mare, tutti poco più che 13 enni, si sono poi recati nella sala mortuaria del nosocomio per dare l’ultimo saluto all’amico scomparso oggi, troppo presto e senza una motivazione alla quale potersi in qualche modo aggrappare.

 

Del resto, in casi come questi, non ci sono, non ci possono essere spiegazioni che tengano, non c’è nulla che possa lenire un simile dolore. C’è solo spazio per lo strazio dei genitori, di papà Umberto e mamma Margherita, degli zii, dei cugini, e l’impossibilità di farsene una ragione. “Chi ha sbagliato deve pagare”, tuonano alcuni familiari, quelli che per tutti questi giorni avevano mantenuto un profilo basso chiedendo rispetto per la loro privacy. “Il tempo dello scaricabarile deve finire: non è possibile morire in questo modo atroce”.

 

La salma del ragazzino, di Salvatore Giordano, il ragazzino di Marano dall’animo dolce, amante degli scooter, sempre gentile con tutti e sempre estremamente curato nei modi e nell’abbigliamento, sarà trasferita in giornata al Nuovo Policlinico. La data dei funerali non è ancora stata stabilita: occorrerà attendere infatti le decisioni del magistrato inquirente.  Quel giorno a Marano sarà lutto cittadino.

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