“C’era una scritta sulla maglia, ‘Save the favelas children’ e ‘Ciro vive’, dedicata al popolo brasiliano che soffre e alla scomparsa prematura di un bravo ragazzo innocente”. Così recita l’sms inviato ad un cronista dell’ANSA da Mario Ferri, alias ‘il Falco’, che ha invaso il campo al 16′ di Belgio-Stati Uniti, ottavo di finale del mondiale di calcio in corso a Salvador. “Forse mi stanno arrestando”, aggiunge l’invasore, raggiunto telefonicamente proprio dall’agenzia di stampa.

Il Falco dopo l’invasione ha scorazzato per il campo indisturbatamente per oltre 30 secondi con i calciatori e tutto lo staff delle due squadre che lo guardavano increduli mentre lui correva e si scambiava anche il 5 con qualche atleta in campo prima che gli steward intervenissero per portarlo fuori dall’impianto, con molto garbo e senza clamore.

Ferri è forse l’invasore più famoso del mondo. Imprese memorabili in ogni parte del globo, sempre per portare un messaggio, ma che gli sono costate più volte l’arresto.

 

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