Giugliano. Scoppia la polemica dopo l’acquisto di arredamento per gli uffici comunali. L’amministrazione ha infatti deciso di spendere circa 41mila euro per scrivanie, sedie, poltrone, tavoli ed altre componenti per le stanze di sindaco e vicesindaco. Alcuni esponenti di minoranza l’hanno però definita una spesa esagerata oltre che un’operazione poco trasparente.

Il primo a denunciare il caso è stato il consigliere Nicola Palma del M5S, poi oggi è stato anche il consigliere comunale e metropolitano Rosario Ragosta, ex esponente dalla maggioranza guidata dal sindaco Antonio Poziello ed ora passato all’opposizione nell’assise cittadina. “Lo sapevate che nel parco GB Futura esiste la società Zinconeoffice, che ha fornito qualche scrivania al sindaco e al vicesindaco per una modica cifra di 41.300 euro… E io – ha affermato Ragosta – che pensavo che conoscessi tutto di quel parco. Ma vuoi vedere che la sede di questa società ospita già un’altra attività pubblica? Ma il sindaco Poziello è il nuovo che avanza! Auguri di buon anno a tutti!”.

Sulla stessa linea anche Adriano Castaldo del Pd. “Ho controllato sul sito ufficiale di questa società, dice scala D4. Lì non ricordo ci sia la sede di una società di questo tipo…rivenditori di mobili/arredamento nel parco non mi risultano”, ha detto l’esponente dem che è anche amministratore di condominio nello stesso parco.

Dubbi, insomma, espressi verso la società fornitrice dei mobili, scelta – si legge nella delibera – “dopo un’indagine di mercato su Google”. Per approfondire il caso, quindi, abbiamo deciso di sentire anche i responsabili della ditta. “Apprendo ora di questa polemica – dice Massimiliano Zincone della ‘Zinconeoffice srl’ – e non riesco a comprendere il motivo. Ho un ufficio a Giugliano, come si può vedere dalla misura camerale, da circa un anno e tratto di tutto quello che riguarda l’ufficio. Non c’è nulla di irregolare. Nell’appartamento mi trovo solo io, poi ovviamente nel parco ci sono anche altre attività che conosco ma non mi riguarda. Io faccio il mio lavoro. Stiamo sul mercato elettronico ed abbiamo fatto una fornitura in piena regola. Nessuna azienda fantasma, io pago le tasse e svolgo il lavoro in piena regola, altrimenti non potevo lavorare con la pubblica amministrazione.”

Il caso potrebbe però non terminare qui. I consiglieri di opposizione potrebbero presto chiedere anche un accesso agli atti o portare la questione in aula consiliare.

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