Due omicidi in una domenica di sangue. Il primo a Crispano, dove a perdere la vita è stato Mauro Pistilli, 52enne legato al clan Cennamo, freddato da un killer traverstito da donna nel garage del parco Aurora di via Cancello; il secondo a Scampia, dove un commando di killer ha fatto fuori Francesco Angrisani, elemento di spicco dei Vanella Grassi. Due fatti apparentemente lontani. E invece, molto probabilmente, secondo gli investigatori, così come riporta Il Mattino, legati a doppio filo. E a legarli è il filo delle alleanze.

Mauro Pistilli era titolare del «Beautiful coffee», a Casapozzano – frazione di Orta di Atella – che con i suoi duemila e più metri quadrati è uno dei cinque bar più grandi d’Italia. La prima vittima, Angrisani, aveva avuto contatti con la mala di Crispano. In particolare con quegli elementi che un tempo erano affiliati al clan Cennamo, una delle cosche più potenti del panorama criminale, decimata poi dalla faida dei carbonizzati (nove uccisi e dati alle fiamme) e dalla lunghissima detenzione al carcere duro di Antonio Cennamo, meglio noto come «Tanuccio ‘o malommo».

Antonio Cennamo è però nemico giurato di Francesco Pezzella. Quest’ultimo ha collegamenti stretti con Scampia: uno dei fratelli dei suoi luogotenenti più fedeli gestisce le piazze di spaccio dei Sette Palazzi e intrattiene con gli scissionisti un rapporto di muoto scambio di killer, armi, soldi e droga.

Fin qui nulla di strano. Sennonché a Mauro Pistilli, imprenditore ucciso a Crispano, era stato affidato il compito di rinserrare le fila del clan Cennamo e stringere nuove alleanze a Scampia per indebolire il clan Pezzella e contrastarlo militarmente ed economicamente. La sponda ideale erano i Vanella-Grassi, clan decimato dagli arresti e in cerca di nuove opportunità criminali per riaffermarsi sul territorio. Il clan Pezzella avrebbe fiutato la trattativa e si sarebbe subito attivato per interromperla. Uccidendo i due principali negoziatori. Pistilli e Angrisani.

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