E’ probabile sia caduto in una trappola Vittorio Materazzo, l’ingegnere 51 anni, accoltellato ieri a pochi metri da casa sua a ridosso del corso Vittorio Emanuele ieri sera. In un primo momento si era parlato di una rapina finita male, di aggressione da parte di cinque persine, ma poi, con il passare delle ore, più il quadro si è fatto chiaro.

Nessun assalto, né altro, i motivi della morte dell’uomo possono essere legati con molta probabilità a fatti di natura personale. Qualcuno da lui conosciuto gli ha dato appuntamento per parlare, ha bussato al citofono e ha aspettato la sua vittima armata di un coltello. Pare che poi la discussione sia finita in rissa prima del raptus omicida.

Infine, con tutta probabilità, è stato inferto il colpo al collo che gli ha reciso la carotide conducendolo inevitabilmente alla morte per dissanguamento. Materazzo si è trascinato per qualche metro, forse voleva arrivare al portone di casa, ma si è poi accasciato al suolo senza vita. Qualcuno ha poi allertato la polizia che è accorsa sul posto, con i sanitari, ma per l’uomo non c’era nulla da fare. A ritrovarlo così, in una pozza di sangue, anche la moglie, che era andata a prendere il figlio dal calcetto. Una scena straziante.

Scavando nel passato della vittima, si è scoperto che l’ingegnere aveva depositato un esposto in Procura per richiedere la riesumazione del padre, sparito e poi morto in circostanze sulle quali il 51enne nutrivi molti dubbi. Una morte forse indotta, secondo l’ingegnere. La richiesta fu però archiviata, anche se lui – a quanto pare – non si era mai arreso. Vittorio Marrazzo lascia moglie e due figli.

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