Napoli. Trema ancora la camorra. Ha deciso di pentirsi, infatti, anche Antonio Lo Russo. Dopo la decisione presa anche dagli altri vertici dei “Capitoni” di Miano, ha scelto di collaborare con la giustizia dunque anche il giovane boss noto per il caso del match Napoli-Parma del 2010 (l’esponente di spicco delle malavita si trovò infatti ad assistere la partita direttamente da bordo campo con un permesso da giardiniere). Una scelta arrivata dopo un anno e mezzo di carcere duro, ma anche le accuse firmate in questi mesi dagli zii Carlo e Mario lo hanno messo alle strette. E adesso sono molte le cosche di Napoli che tremano, non solo quelle dell’area nord, spiegando i grossi traffici di racket e droga.

Lo Russo junior, figlio del pentito Salvatore, fu catturato dai carabinieri in Costa azzurra, dove stava trascorrendo la sua latitanza dorata a Nizza. A quanto pare è stato molto amico anche dell’ex attaccante del Napoli Ezequiel “El Pocho” Lavezzi, con il quale avrebbe giocato a playstation nella villa dell’argentino a Posillipo.

“Era amico di Ezequiel Lavezzi, tanto che il pocho qualche volta si recava nel campetto di Secondigliano ad assistere alle partite di Tonino”, ha detto un altro pentito. Il calciatore, invece, disse che fu proprio il boss l’ideatore dello striscione “il pocho non si tocca” in curva al San Paolo.

Libero per quattro anni (dal 2010 al 2014, seppur da latitante), Antonio Lo Russo – come spiega Il Mattino – è potenzialmente in grado di svelare molto, specie in materia di patrimoni e intestazioni fittizie. Sta collaborando da 8 giorni ed ora i pm della Dda stanno cercando di fare luce su diversi punti: organizzazione militare e faide con la Sanità; e patrimoni illeciti probabilmente intestati a prestanome.

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