Oltre ai Casalesi di Michele Zagaria, detto Capastorta, anche la Massoneria sarebbe intervenuta nella costruzione della discarica di Chiaiano.

A rivelarlo è il Corriere della Sera che parla di un’agevolazione a favore di Giuseppe Carandente Tartaglia, coadiuvato anche dai Mallardo, dai Polverino e dai Nuvoletta. Sullo sfondo dell’operazione anche funzionari prefettizi, politici e poliziotti come si evince dalle carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto di 14 persone lo scorso marzo oltre che a due ufficiali dell’Esercito facenti parte della commissione di collaudo.

Per i PM Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio, Carandente Tartaglia avrebbe avrebbe contatti in Prefettura e secondo l’accusa i Casalesi usarono materiali scadenti nella realizzazione della discarica che sono risultati permeabili e che hanno di conseguenza inquinato l’area circostante ed ottennero che la commissione collaudo attestasse falsamente la bontà della costruzione.

La Massoneria è tirata in ballo dal pentito Roberto Perrone che parla di rapporti tra Carandente Tartaglia e la società segreta, rapporti poi verificati dai carabinieri che hanno trovato riscontri indiretti tra il Tartaglia e Giovanni Conte, componente del Consiglio delle Luci della Loggia Losanna della Massoneria, una delle più antiche, e Carlo Romano, faccendiere già arrestato e condannato.

Non è il primo caso nei rapporti tra Massoneria e settore dei rifiuti: in passato i collaboratori di giustizia hanno riferito di rapporti tra alcuni fedelissimi di Francesco Bidognetti, braccio  destro di Francesco Schiavone, e Licio Gelli, Maestro Venerabile della Loggia Massonica P2 che ha contribuito, di fatto, alla nascita della Terra dei Fuochi perché garantiva trasporto ed interramento dei rifiuti tossici provenienti dalle industrie del Nord Italia.

 

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