Video hard e link di Tiziana Cantone andavano rimossi da Facebook una volta accertata l’illiceità dei contenuti. Come trovarli era una domanda a cui il social network non doveva permettere di rispondere. Il Tribunale di Napoli Nord ha dato così parzialmente ragione alla mamma di Tiziana Cantone, Teresa Giglio, contro Facebook Ireland. Il social network lo avrebbe dovuto fare anche senza un ordine dell’autorità amministrativa o giudiziaria.

La situazione in realtà più complessa. Infatti i giudici hanno accolto in parte il reclamo presentato dagli avvocati di Facebook, secondo cui non sussiste un vero e proprio dovere per l’hosting provider – in questo caso i gestori del social network – di controllare preventivamente tutte le informazioni caricate, compresi i video hard di Tiziana Cantone, la ragazza di Mugnano morta suicida lo scorso settembre. Ma il provider deve intervenire qualora arrivi una segnalazione da parte di un utente su un contenuto illecito.

“È una pronuncia molto equilibrata – commenta Andrea Orefice, avvocato della madre di Tiziana – perché introduce il principio, rigettando quanto asseriva Facebook, secondo cui un hosting provider, pur non avendo un generale obbligo di sorveglianza su tutto quanto viene pubblicato sui propri spazi, deve però rimuovere le informazioni illecite, quando arriva la segnalazione di un utente. È quello che è avvenuto nel caso di Tiziana. E non deve attendere che il sia Garante della Privacy oppure il giudice ad ordinargliene la rimozione”.

Soltanto ieri è stata chiesta l’archiviazione per i 4 iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Napoli a seguito dell’esposto presentato nel 2015 da Tiziana Cantone. I ragazzi sono accusati di avere diffuso i filmati hard.

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