“Si è scritta oggi una pagina buia della democrazia nella nostra città nel volere impedire il Referendum sull’ecovillaggio ROM .

Ritenere illegittimo il quesito referendario sulla possibilità o meno di utilizzare un particolare suolo per edificare un Campo Rom è assolutamente fantasioso. Si è infatti scomodata addirittura l ‘articolo 31 della Carta Sociale Europea pur di bloccare un Referendum richiesto da oltre cinquemila cittadini.

E allora analizziamo quello che è scritto compiutamente nella Carta Sociale Europea La Carta Sociale europea riveduta del 1996 dice espressamente nella parte dell’Annesso che “ …le persone di cui agli art. 1 a 17 e 20 a 31 comprendono gli stranieri solo nella misura in cui si tratta di cittadini di altre Parti che risiedono legalmente o lavorano regolarmente sul territorio della Parte interessata , con l’intesa che gli articoli in questioni saranno interpretati alla luce delle norme degli articoli 18 e 19.

L’art 19 prevede che vengano riservati ai lavoratori di cui sopra un trattamento non meno favorevole d quello concesso ai loro connazionali per le seguenti materie: a retribuzione.., b affiliazioni sindacali.., c abitazione. “

Quindi per rispettare l’articolo 31 bisogna tenere in debito conto l’Annesso della stessa Carta e l’articolo 19. Cioè in parole semplici equiparare i diritti abitativi e le modalità abitative tra i Cittadini Italiani e quelli Provenienti da altre Parti.

Come si vede è proprio la Carta Sociale Europea a bocciare l’idea della costruzione di un eco villaggio, in quanto ai nostri connazionali certamente non vengono costruiti eco villaggi, ma ai bisognosi si costruiscono case popolari, o si contribuisce al fitto di case per le famiglie in condizione di bisogno.

Ad Andare contro le norme internazionali e la Costituzione non è il quesito referendario proposto dai cittadini di Giugliano sulla costruzione di un eco villaggio , ma è proprio chi come il Sindaco ha scelto di destinare un terreno pubblico alla costruzione di un nuovo ghetto.

Infatti, tali modalità di venire incontro alle esigenze abitative dei cittadini di etnia ROM è stato bocciato anche recentemente da tutte le Organizzazioni che si occupano di tali problemi a livello Europeo.

Infatti, Amnesty International, Associazione 21 luglio e European Roma Rights Centre chiedono alla Commissione europea di agire con una procedura d’infrazione

con l’Italia in quanto “Per decenni, – le autorità italiane hanno favorito la segregazione abitativa dei rom e le autorità locali e regionali hanno insistito nel proporre i “campi” come unica soluzione alloggiativa possibile e appropriata per i rom”.

In definitiva il quesito Referendario non è fatto contro il diritto all’abitazione dell’etnia ROM, quanto sull’utilizzo di un suolo del Comune, la cui competenza è comunale, l’eventuale variante al Piano Regolatore della destinazione del suolo che è competenza comunale, la destinazione del suolo che è di competenza comunale, infine il quesito referendario non pone in discussione assolutamente il diritto ad avere una abitazione ai ROM.

Pertanto , per quanto sopra esposto la inammissibilità allo svolgimento del Referendum da parte della Prefettura è assolutamente non condivisibile, ma rappresenta solamente un modo per non far esprimere liberamente i cittadini sull’utilizzo della parte del territorio in questione.

Non è giusto calpestare in questo modo il diritto alla partecipazione dei cittadini che vogliono esprimere il proprio parere che oltretutto è solo consultivo.

Vincenzo Basile

Fratelli d’Italia

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