SANT’ANTIMO. “Nella memoria, ci sono i file che provano che sono sempre stato vittima di mio suocero”. Così Carmine D’Aponte, il muratore di trentatré anni in carcere per avere assassinato la moglie, Stefania Formicola, ieri si è difeso dinanzi al pm. Come riporta il mattino, per ben due ore l’uomo è stato interrogato.

Secondo la sua versione dei fatti, quella tragica mattina “il proiettile è partito per sbaglio”. Le accuse D’ponte le rivolge tutte al suocero che, ha detto al pm, avrebbe tentato di ucciderlo. l’uomo ha dichiarato che nel suo cellulare ci sarebbero file audio in cui il padre di Stefania lo minaccia di morte e anche un filmato in cui dà una pistola al nipotino e lo invita a sparare al papà. “se mio suocero non mi avesse terrorizzato non avrei rubato la sua pistola e quella mattina Stefania non sarebbe morta” ha detto. C’è, infatti, come riportato il quotidiano napoletano, una denuncia di D’Aponte contro il suocero, del 14 ottobre.

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