Casapesenna. Ci troviamo a Casapesenna. Anno Domini 2016. Nei pressi del Santuario della cittadina dell’agroaversano, campeggia un cartellone che intima alle fedeli di non “entrare nel santuario con pantaloni stretti, minigonne, pantaloncini, abiti trasparenti e scollati“. Fin qua – forse – nulla di eclatante: solo senso del decoro rispetto a un luogo sacro (con qualche riserva, secondo alcuni, per i pantaloni stretti).

Le polemiche sono scoppiate con il passaggio successivo. In un rigurgito mediovale, che tanto ricorda alcuni costumi religiosi in voga nei paesi dell’Islam, si annota che “con questi abiti sei responsabile delle tentazioni che provochi in chi ti guarda, degradi te stessa e non sei più una donna cristiana“.

Il cartello non è piaciuto alle fedeli che frequentano il Tempio di Casapesenna. Molte donne hanno protestato e chiesto ai reponsabili della struttura di rimuovere la scritta. Per adesso, però, il cartellone resta lì, in bella mostra, carico di ammonimenti nei confronti del gentil sesso. Donne avvisate: nel tempio di Casapesenna, è vietato entrare indossando leggings, short o jeans avvitati. Potreste indurre in tentazione i fedeli e – di questo – sareste voi le uniche responsabili.

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