Napoli. Arriva la richiesta di condanna per Luigi Cimmino, boss del Vomero. L’Antimafia ha chiesto infatti 18 anni per lui, accusandolo aver riorganizzato il clan puntando a controllare affari e territorio nella zona collinare della città. L’ultimo arresto del capoclan risale a marzo, quando fu stanato in Veneto dopo una breve latitanza.

Al termine della requisitoria il pm della Dda Enrica Parascandolo – come riporta Il Mattino – ha chiesto la condanna anche per i presunti fedelissimi di Cimmino finiti sotto processo: dieci anni di reclusione per Luigi Festa e Pellegrino Ferrante, nove anni per Raffaele Montalbano e otto anni per Pasquale Palma, genero di Cimmino. Il processo si svolge con rito abbreviato dinanzi al giudice Lucarelli. Le accuse contestate sono a vario titolo di associazione a delinquere di stampo camorristico e tentata estorsione. Un collaboratore di giustizia ha raccontato agli inquirenti il progetto del boss che, ottenuta la scarcerazione per fine pena dopo anni di reclusione, tornò nella sua zona, tra il Vomero e l’Arenella, con l’obiettivo di «mettere tutti in ginocchio» e riprendere così il controllo degli affari illeciti. Estorsioni soprattutto. Ma anche, secondo il neo collaboratore di giustizia Mario Lo Russo, i business legati agli appalti in alcuni ospedali cittadini.

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