Torna a riunirsi il Consiglio comunale e, tra i tanti punti all’ordine del giorno, trova spazio (su proposta dell’opposizione) la questione dell’assegnazione degli immobili di proprietà del Comune, confiscati o abusivi, agli sfrattati della città. Il Consiglio, convocato per domani, dovrà inoltre pronunciarsi sull’eventuale censimento e verifica degli altri alloggi già inseriti nel patrimonio comunale. Si tratta, perlopiù, di case popolari occupate da abusivi e morosi, almeno nel 99 per cento dei casi. Vicenda tirata in ballo, già da alcuni anni, sia dai media (il nostro portale è stato sempre sensibile all’argomento) che dai circoli cittadini di Sel e Rifondazione e che, con ogni probabilità, si risolverà con l’ennesimo nulla di fatto. Il solito Consiglio infarcito di scaramucce verbali ma che alla fine, tra emendamenti vari, ostruzionismi e quant’altro, produrrà poco o nulla. Da quanto trapelato nelle ultime ore, l’amministrazione comunale si limiterà ad osservare che, per quel che concerne i beni confiscati, almeno per una gran parte di essi, le destinazioni d’uso sono di stretta competenza o formalizzate direttamente dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Problemi di destinazione d’uso sussisterebbero anche per gli alloggi abusivi acquisiti al patrimonio comunale. Quanto alle case popolari, il Comune si dichiarerà pronto a far partire il piano di alienazione, già previsto dal commissario straordinario Tramonti, non prima però di aver avviato un’operazione per la quantificazione del valore economico (quella abbozzata sotto la gestione commissariale è del tutto anacronistica) degli immobili. Le verifiche? Una prima ricognizione, tra le fine del 2012 e l’inizio del 2013, fu avviata proprio dagli uffici comunali. Molti occupanti furono invitati a presentare i documenti, gli atti che attestano la legittimità a risiedere negli appartamenti del Comune. Alcuni si dichiararono pronti a regolarizzare la propria posizione. Poi, come sempre, con il tempo anche quei buoni propositi si arenarono e nessuno seguì più la vicenda. Prima della discussione in Consiglio, appare pertanto utile riproporre uno stralcio di qualche vecchio articolo, anche per rinfrescare la memoria agli assessori, al sindaco e ai tanti consiglieri, di maggioranza e opposizione, che domani interverranno in aula.

 

Via Platone, via Antica consolare campana, via Marano-Pianura. 

In via Platone, al civico numero 10, una palazzina (abusiva) acquisita dal Comune negli anni Novanta, è ancora occupata da persone che continuano a pagare o che hanno versato fior di quattrini ai vecchi proprietari e che, naturalmente, non versano alcun canone all’Ente; in via Marano-Pianura (parco del Sole) sono disponibili due appartamenti da destinare alle famiglie disagiate; in via Antica Consolare Campana, invece, sei appartamenti non vengono assegnati alle associazioni del terzo settore che ne hanno fatto richiesta, poiché manca un regolamento o un bando propedeutico alla loro assegnazione. In via san Tommaso, a Città Giardino, un’intera palazzina (abusiva) è stata data alla Guardia di finanza, che però non possiede i fondi necessari per ristrutturarla e renderla un punto d’appoggio per i militari.

 

Case popolari.  Il Comune aveva anche predisposto un piano per l’alienazione di trenta alloggi popolari (impegno con la Corte dei conti non ancora rispettato) ed è formalmente proprietario di un enorme patrimonio immobiliare. Case popolari (105 in totale, la cui gran parte è occupata da gente che non ha alcun diritto), distribuite tra via Adige, via Vallesana, via XXIV maggio, corso Italia, via Piave. Appartamenti che, in alcuni casi, sono occupati da operatori di giustizia, insegnanti, ex dipendenti comunali e piccoli imprenditori.

 

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