Area Nord. Un nuovo equilibrio criminale a nord di Napoli. E’ quanto gli investigatori credono si stia verificando nelle ultime settimane. Una nuova pax camorristica dopo le tensioni registrate per il controllo della droga tra l’inverno e la primavera che hanno seminato morti e feriti.

Cinque i clan che si spartiscono il territorio. Le zone di influenza sono rimaste più o meno immutate, ma i rapporti di forze sono cambiati. Nel cuore di Secondigliano comandano loro, i Vanella-Grassi, indeboliti però dagli arresti eccellenti, tra cui quello del boss Umberto Accurso, ora condannato al regime di carcere duro. Gli stessi “Vinella” si spartiscono anche le piazze di spaccio di Scampia con un altro clan, Gli Abate-Abbinante-Notturno, altra costola del clan di Lauro smembratosi a seguito della seconda faida di Scampia.

Una situazione nuova si è andata definendo a Miano, dove, accanto ai Lo Russo, fiaccati dai pentimenti e dagli arresti (l’ultimo è del boss Carlo Lo Russo), governano lo spaccio di droga gli affiliati del baby-boss Walter Mallo, arrestato con altri due complici lo scorso maggio. I Licciardi di Masseria Cardone avrebbero cercato di approfittare di questa situazione di incertezza nel quartiere per allargare il proprio giro di affari, ma a quanto pare hanno raggiunto un nuovo accordo criminale per evitare lo scoppio dell’ennesima faida.

Più definita la situazione in provincia. Melito e Mugnano restano le roccaforti degli Amato-Pagano. Fibrillazioni maggiori, invece, a Giugliano, dove il clan storico dei Mallardo è attraversato da venti di scissione. Il gruppo delle “paparelle” che farebbe capo al boss scomparso Luigi Di Biase, detto appunto Paparella, avrebbe avviato in proprio una serie di affari per emanciparsi dalla cosca storica della terza città della Campania. Il nuovo gruppo ha la propria roccaforte nelle Palazzine Ina Casa di via Montessori.

 

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