Duro scontro tra il governatore ed i pentastellati dopo i fatti che stanno riguardando la Capitale. Le vicende del Comune di Roma hanno permesso di dare “una valutazione sulla qualità dei dirigenti di questo grande movimento, abbiamo visto emergere un trio, il Di Battista, il Luigino Di Maio e il Fico. Oggi si rivelano nelle vesti proprie tre ‘mezze pippe’, dei miracolati”. Lo ha detto ieri il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso del suo intervento settimanale a Lira Tv. “Di Maio il cirichetto – ha proseguito de Luca – Fico il moscio, e l’emergente Di Battista, detto Dibba, il gallo cedrone. Questi tre si odiano, la finiscano con queste ipocrisie. Si abbracciano e si baciano in pubblico falsi come Giuda. Il gallo cedrone è venuto nel suo tour anche in costiera amalfitana, prendendo a pretesto il referendum per farsi i bagni”. De Luca ha ricordato che “quando si sono candidati – ha detto – con la loro faccia sono stati bocciati tutti, Fico in Campania, Luigino a Pomigliano dove ha preso 56 voti, Di Battista, ho letto su un giornale, è stato bocciato in una municipalità di Roma. Hanno sfruttato l’onda grillina”.

Secondo De Luca “la cosa drammatica è immaginare che questi soggetti possano avere in mano l’Italia. Ma Finalmente il velo si è sollevato e tutte le idiozie che hanno coltivato stanno emergendo”.

Oggi è arrivata dunque la replica del Movimento 5 Stelle campano che risponde con un duro comunicato.

“A De Luca, noto dinosauro della Prima Repubblica, Renzi ha affidato l’unica missione che pensa sia in grado di assolvere: picchiatore scelto del Movimento 5 Stelle. Ma le accuse di un reuccio che sta trasformando la Campania nel suo feudo personale non ci scalfiscono. De Luca usa un linguaggio violento con toni allarmanti per la democrazia, che denotano una sottocultura becera e fanno ripiombare la politica in Campania, e non solo, in un clima da anni Settanta. L’uso di parole pesantissime ed espressioni che inneggiano all’odio, la presa in giro e la ridicolizzazione dell’avversario trasformato in nemico da parte del presidente della nostra Regione, oramai più simile a un volgare showman, disonorano la Campania e qualificano De Luca per quello che è sempre stato: un fascista che adopera il potere politico e le istituzioni come clava per fare propaganda violenta e squadrista”. Lo denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino stigmatizzando le innumerevoli uscite a reti unificate di De Luca, senza che i media concedano lo spazio per replicare.

“Il presidente De Luca nasconde dietro i suoi proclami e le sue uscite teatrali il fallimento totale della sua amministrazione – sottolinea – Dopo un anno di non governo della Regione Campania, sta trascinando i cittadini in un baratro”. “La sanità pubblica è allo sbando con servizi azzerati e ospedali progressivamente smantellati, governati da una cricca di nominati – evidenzia Ciarambino – la ‘Terra dei Fuochi’ è ferma all’anno zero e le ecoballe non sono state rimosse, anzi De Luca ha annunciato nuove discariche. Intanto il reuccio che prova a fare la morale al Movimento 5 Stelle, ha proceduto alla nomina incontrollata di una vera e propria corte dei miracoli di consiglieri personali e addetti di segreteria che non si sa cosa facciano, ma ricevono stipendi dirigenziali e hanno a propria disposizione le autoblu”.D’altra parte con maggioranza spaccata, fatta da un’accozzaglia di indagati e avvisati – prosegue – che si regge solo sulla minaccia di scioglimento del Consiglio regionale blindato dall’autoritaria modifica dello Statuto, comprendiamo che De Luca ha molti pensieri che lo preoccupano – conclude Ciarambino – Ultime le grane in famiglia: mentre un figliolo è stato piazzato dal babbo al Comune di Salerno come assessore al Bilancio, sul capo dell’altro figliolo Piero, dirigente nazionale del Pd, pende un’accusa di bancarotta fraudolenta per il crac Ifil C&D srl”.

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