Napoli. Sono tornati a comandare. Il clan di “Mezzo all’arco”, i Di Lauro, i re del narcotraffico, quelli che hanno trasformato Secondigliano in una delle piazze di spaccio più grosse e ricche d’Europa. A rivelarlo, attingendo a fonti investigative, è il Roma. Anzi, di più: si temeva, e si teme ancora, che la scarcerazione dei Fratelli di Lauro e di Antonio Abbinante potesse scatenare proprio nell’area nord un’altra sanguinosissima faida. Eppure, per ora, pare che la pax camorristica regga.

Se i Di Lauro sono ancora un clan, ad assumerne le redini sarebbe Vincenzo Di Lauro. Si tratta del figlio maggiore di Ciruzzo o Milionario, Paolo Di Lauro, arrestato nel 2005. Dopo le scarcerazioni dei fratelli Raffaele (antecedente alla sua di pochi mesi) e Ciro (scarcerato qualche giorno prima di Vincenzo), i neo-scarcerati secondo gli investigatori potrebbero formare con Marco (altro fratello da tempo super latitante) “un vero e proprio blocco impegnato a ristabilire l’antico potere dei Di Lauro in questi quartieri”.

Lo scenario criminale però è in fibrillazione. Nel frattempo, infatti, altri clan sono cresciuti ed hanno acquistato una fisionomia chiara. Non solo gli “Amato-Pagano”, vale a dire i principali e storici nemici dei Di Lauro, quelli che hanno scatenato la seconda faida di camorra più sanguinaria della provincia. Ma anche i “Girati” dei Vanella-Grassi, giovanissimi e agguerriti, a capo di alcune piazze di spaccio di Scampia e Secondigliano.

I Di Lauro vorrebbero riconquistare il potere, secondo gli inquirenti, seminando zizzania tra i gruppi camorristici dell’hinterland, tessendo il proprio potere dall’esterno, piuttosto che dall’interno. Soltanto i prossimi mesi potranno rivelare la vera strategia criminale degli eredi del superboss Ciruzzo O Milinario.

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