Era il 9 ottobre del 1967, Ernesto Guevara viene catturato e ucciso in Bolivia dove si era recati per portare avanti il suo ideale di rivoluzione. Dopo un lungo periodo a Cuba il “Che” decise di abbandonare l’isola caraibica e Fidel per avventurarsi in nuove lotte. Prima il Congo, in Arica, poi la Bolivia dove combattere fino alla fine. I suoi resti furono gettati un una fossa comune e ritrovati qualche anno fa. Oggi sono a Santa Clara dove c’è un mausoleo a lui dedicato.

Che Guevara ha ispirato intere generazioni. C’è chi lo considera solo un guerrigliero chi invece un mito intramontabile.

A dedicargli un post lo stesso Diego Armando Maradona che scrive«A cinquant’anni dalla tua morte, i tuoi occhi sono più aperti che mai. Ci sono stati molti comandanti, ma mai nessuno come te. Mi chiedo, com’è possibile che ancora oggi non si sia mai tornata la tua salma? Vorrei che nelle scuole, ai ragazzi di 15 o 16 anni, si raccontasse la sua storia per far trarre loro le giuste conclusioni. Invece lo tengono nascosto perché hanno paura di lui. Perchè quelli che sono venuti dopo ci hanno dato m****, invece di cibo. E ville invece di case.Possono attaccarmi, ma a me non importa. Mi fischiò San siro intero con 80mila persone pronte a fischiare l’inno e a gridarmi «Figlio di p******» e quando lo raccontai a mia madre cominciò a ridere. Quindi ora non mi importa se mi criticheranno. Hasta la victoria, siempre!»

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