Giugliano. Decine di carabinieri impiegati. Un intero rione blindato. Perquisizioni a tappetto. Le palazzine Ina Casa di Giugliano sono state teatro oggi pomeriggio di una delle più importanti operazioni poste in essere dalle forze dell’ordine degli ultimi anni. In volo per diverse ore anche un elicottero dell’Arma, per controllare le operazioni dall’alto, che ha richiamato l’attenzione di molti cittadini.

Tutto è partito dal ritrovamento di una pistola in un’aiuola delle palazzine, tra via Cuoco e via Montessori, a pochi passi da dove si consumò l’agguato ai danni di Nello Di Biase, figlio di Michele De Biase, detto Paparella. Un ritrovamento che ha fatto drizzare subito le orecchie ai militari dell’Arma della Compagnia di Giugliano guidati dal capitano Antonio De Lise. Da lì la decisione di rastrellare quella che è considerata la roccaforte dell’ala scisssionista del clan Mallardo.

I carabinieri hanno usato il pugno duro. Per ore hanno perquisito abitazioni, smantellato una telecamera piazzata davanti a un’abitazione e fermato quattro persone, trovate insieme in un appartamento e condotte in caserma per accertamenti. Tra i quattro anche Nello di Biase. La sua posizione come quelle degli altri sono al vaglio degli investigatori.

Le Palazzine Ina Casa si confermano ancora una volta una delle zone più calde della terza città della Campania, nonché uno degli snodi più importanti della criminalità organizzata locale. Dopo gli agguati ai danni di Gennaro Catuogno e Nello Di Biase e la sparizione di “Paparella” nel quartiere Vasto di Napoli lo scorso ottbre, il clima tra il nuovo gruppo emergente e i vecchi boss sarebbe più teso che mai.

 

 

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