Torre del Greco. Risolto un omicidio di camorra dopo 24 anni, la vittima era un innocente colpito per sbaglio. In data odierna, nel corso di un’operazione congiunta, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata e gli Agenti del Commissariato P.S. di Torre del Greco hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Sebastiano Tutti e di Antonio Scognamiglio, entrambi originari di Torre del Greco ed affiliati al clan camorristico Falanga (operativo a Torre del Greco e zone limitrofe), ritenuti responsabili di concorso in omicidio premeditato, porto e detenzione illegale di armi, ricettazione, il tutto con l’aggravante delle finalità mafiose.

L’indagine ha consentito di individuare nei predetti indagati rispettivamente l’ideatore e l’esecutore dell’omicidio di  Vincenzo Cardone, all’epoca 23enne, assassinato il 26 settembre 1998 a Torre del Greco per un fatale errore di persona. La vittima infatti, del tutto estranea a logiche criminali, perdeva la vita poiché erroneamente scambiata per un pregiudicato del posto, ritenuto responsabile di aver fornito appoggio logistico e favorito la fuga degli assassini in occasione dell’omicidio di Santo Tutti, fratello di Sebastiano (elemento di spicco del clan Falanga), ammazzato una settimana prima da un commando di quattro uomini armati mentre pranzava al tavolo di un ristorante a Torre del Greco.

Le caratteristiche fisiche similari tra l’ignara vittima e il reale bersaglio dell’agguato, il fatto che il Cardone, fino a pochi minuti prima dell’omicidio, avesse prestato il ciclomotore al vero obiettivo dell’azione di sangue, nonché la presenza della stessa vittima all’esterno di una nota caffetteria abitualmente frequentata dal soggetto da assassinare, inducevano in errore i sicari. Questi ultimi, tra l’altro, nel corso dell’azione omicidiaria, individuavano l’obiettivo mentre si trovava di spalle alla guida del proprio ciclomotore di cui era da poco rientrato in possesso. Vincenzo Cardone veniva attinto da tre colpi di pistola calibro 7,65 che ne cagionavano inesorabilmente la morte.

Nonostante l’efferato evento delittuoso sia avvenuto sotto gli occhi di numerosi avventori di una nota caffetteria del posto, ne è stata ricostruita la dinamica in totale assenza di testimoni, rimanendo insoluto per 18 anni a causa del velo di omertà calato sulla vicenda. Le risultanze investigative hanno consentito inoltre di ricostruire quelle che erano le tensioni dell’epoca relativamente al controllo del traffico di droga a Torre del Greco, tracciando il conflitto esistente tra il clan Chierchia di Torre Annunziata ed il clan Falanga di Torre del Greco. Ed è proprio in tale contrapposizione armata che si realizzavano gli omicidi di  Vincenzo Cardone e di Santo Tutti.

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