Acerra. Emergono dettagli inquietanti dall’inchiesta choc che ad Acerra ha portato all’arresto di due persone, compresa una madre di 45 anni, accusata di aver fatto prostituire le due figlie – oggi di 12 e 16 anni – con un vicino di casa 75enne, quest’ultimo finito ai domiciliari. La Procura di Napoli ha scoperchiato, con l’aiuto dei servizi sociali di Acerra, uno quadro inquietante di violenze ed orrori che si è consumato tra le mura di uno stabile tra il 2011 e il 2015. Tra i dettagli raccapriccianti, il tariffario stabilito tra la mamma e l’orco a seconda della prestazione sessuale richiesta.

Il tariffario. Solo due euro per palpare le ragazzine nelle parti intime. 50 euro, invece, per un rapporto completo, che una delle giovani vittime ha definito “doloroso”. Venti euro, infine, per una prestazione sessuale non completa. Tutti soldi che la mamma usava per acquistare alimenti e sostenersi economicamente. A volte, era la stessa figlia, la più grande, che andava al supemercato a fare compere con i proventi della sua attività di prostituzione.

Altre vittime. Ora gli inquirenti vogliono vederci chiaro. A quanto pare, infatti, le figlie della 45enne finita in galera non sarebbero le uniche ad aver subito delle violenze sessuali in quello stabile. La ragazzina che ha avuto il coraggio di denunciare tutto ai servizi sociali parla di un’altra bambina finita nella rete di pedofili di quel palazzo di Acerra, un’altra giovanissima vittima che però sarebbe poi andata via dall’inferno. Da oggi, la vicenda di Fortuna Loffredo non è l’unico caso di pedofilia nell’area nord di Napoli. Anche Acerra, come Caivano, ha il suo palazzo degli orrori.

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