Marano. Tra i Comuni a nord di Napoli, Marano è, insieme a Giugliano, quella più ricca di testimonianze storico-archeologiche. Sono innumerevoli i ritrovamenti effettuati nel corso degli anni: da Cupa Orlando a Vallesana, sono stati rinvenuti resti di edifici romani, oggetti, reperti, alcuni dei quali conservati al Museo archeologico nazionale di Napoli. Vale la pena di ricordare, inoltre, tra le testimonianze di grande importanza, il mausoleo funebre Ciaurro, i castelli Monteleone, Scilla e Caracciolo, la chiesetta di Pietraspaccata.

“Marano ha sicuramente tante risorse – dichiarò alcuni anni fa al periodico l’attesa, all’epoca ispettore della Soprintendenza archeologica di Napoli, responsabile dell’area giuglianese -; altro si potrebbe portare alla luce. Purtroppo, con la ricerca proseguiamo un po’ a fatica. Abbiamo pochi fondi ed è peccato, perché con l’espansione abitativa e, talvolta, con l’abusivismo edilizio, si rischia di distruggere pezzi importanti di storia antica della città”.
Una preoccupazione che riguarda più di tutti i Comuni proprio Marano, in considerazione sia del patrimonio archeologico emerso sia di tutto quello che l’edilizia potrebbe aver occultato. Già la Soprintendenza archeologica di Napoli ebbe modo di segnalare (con una lettera del soprintendente dell’epoca, Stefano De Caro, all’ex sindaco Bertini, datata ottobre 1988) la necessità di “valutare le più opportune misure di tutela di un’area di indubbio interesse archeologico”. Nessuno si mosse allora e nulla si muove oggi.

di Mimmo Rosiello

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