Marano. “’A terza parte è bella e ll’hê ‘a vedé”. Il riferimento non è a “Cinematografo” una delle sceneggiate più avvincenti della buonanima del grande Merola, ma alla telenovela Palazzo Battagliese, lo storico edificio di via Roma, che tiene banco da oltre 15 anni ed ancora non arrivata all’ultima puntata. Se non fosse stato inserito nella riprogrammazione dei Fondi Più Europa, sarebbe stato un gran problema recuperare i soldi per completarlo. Adesso, secondo l’ultimo cronoprogramma i lavori dovrebbero terminare a dicembre 2016.

Per il completamento dell’opera, secondo la proposta di riprogrammazione che nel pomeriggio di domani, mercoledì 8 giugno, verrà sottoposta al vaglio della Commissione regionale Fondi europei, occorrono altri 616mila991,38 euro di cui circa 488 mila euro sono riferiti alle ulteriori voci di spesa necessarie per la chiusura dell’appalto. Nonostante tutto, l’importo totale dell’opera resta di 1.869mila583,08 euro (1.400.000 di contributo regionale e la restante parte gravante sul bilancio comunale), perché si vanno a utilizzare buona parte delle economie d’asta, dovute al forte ribasso del 35,71%. Economie d’asta che nel 2012, ammontavano a 460mila670 euro, di cui 346mila euro da rispedire in Regione e 114.537 euro da riversare nelle casse del Comune.

Poi, ai tempi del Commissario straordinario, Gabriella Tramonti, ci fu una perizia di variante di 160mila euro (comprensivi di iva), soldi occorrenti per riparare i danni sopraggiunti nel periodo tra l’elaborazione del progetto esecutivo e l’inizio dei lavori. Così le economie d’asta si ridussero a circa 346mila euro, tutte da rimandare in Regione, poiché venne utilizzata solo la parte rimanente dei fondi comunali. Nonostante tutto, i lavori, stranamente si fermarono (ufficialmente perché la Regione, creditrice di diversi milioni di euro per canoni idrici mai pagati, bloccò i fondi), fino a quando l’amministrazione Liccardo riuscì a inserire anche i Lavori di Recupero statico e funzionale di Palazzo Battagliese, all’interno del nuovo Programma Più Europa sottoscritto in Regione nel 2014.

Ma, per consentire il suo completamento, bisognava aggiornare il progetto vecchio di anni e non il linea con le nuove disposizioni, inoltre andava tenuto conto della scoperta, durante i lavori, nel frattempo iniziati di nuovo, di affreschi di particolare interesse storico da restaurare. Per la chiusura dell’appalto, dunque, la somma da richiedere nella riprogrammazione, ammonta a circa 617 mila euro, di cui 54mila131,73 euro per imprevisti, 293mila733,47 euro per ulteriori voci di spesa aggiuntive (adeguamento prezzi, barriere architettoniche, decori opere artistiche, eccetera) e 269mila126,18 euro di importo impegnato e ancora non liquidato (spese tecniche, ammontanti a 44mila822 euro; incentivo ufficio rup pari a 12mila368 euro; fornitura arredi ed attrezzatura pari a 75mila164 euro, eccetera).

Adesso chi paga per tutti gli errori commessi?

Di Mimmo Rosiello       

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