E’ in rete il nuovo singolo di Francesco Amoruso. Dopo la buona riuscita del suo primo lavoro discografico, “Il Gallo Canterino” (illimitarte), torna a far parlare di sé con un brano crudo, forte e critico: “L’Ombroso”, personaggio multiforme che si veste – è il caso di dirlo – dei luoghi comuni più disparati:

“Se sono dedito al vizio è colpa del mio naso egizio, lo zio era kossovaro quindi se non mango sparo”. Arrangiato da Raffaele Cardone e prodotto da “illimitarte”, il brano mette alla gogna i razzisti di ogni specie e ‘razza’, reinterpretando in chiave ironica le discusse e infondate teorie del criminologo Cesare Lombroso, secondo cui l’origine del comportamento criminale era insita nelle caratteristiche fisiche del criminale.

Il rap veloce, pungente, “cattivo” scavalca in un certo “l’argomento Lombroso” in senso stretto, per gettarsi in una più vasta e pura critica sociale, fatta col classico sorriso amaro degli spiriti tipicamente sarcastici come quello di Amoruso: “è il DNA che fa le carte, sono destinato all’omicidio e a laurerarmi con un master specializzato in abominio”.

In un periodo in cui i fatti di cronaca, in maniera particolare la speculazione dei media e di alcuni partiti è tanto feroce, quella del cantautore è una una posizione forte, identitaria già, ma soprattutto cosmopolita, di apertura verso l’altro, il diverso: “Mi ero convinto che la mia malattia fosse frutto di questa democrazia, alla fine è solo un fatto di fisionomia”.

Una democrazia che livella e che non sempre è in grado di esaltare le diversità. Una democrazia che abbandona i suoi quartieri, sempre più dormitori privati di luoghi di aggregazione e cultura, vivi grazie alla forza dei singoli cittadini che hanno ancora la forza di abbracciarsi in lodevoli associazioni.

Nel videoclip realizzato dal fratello Emanuele, in collaborazione di “TV Quarto canale Flegreo”, grazie all’ospitalità della “Polleria del Ponte”, gli intenti musicali e contenutistici si fanno, è il caso di dirlo, carne e sangue.

“Abbiamo voluto rappresentare la parte ‘macellaresca’ del ‘personaggio’ Cesare Lombroso, alle cui teorie è dedicato anche un Museo a Torino”, dice Emanuele.

“ Probabilmente qualche vegetariano resterà nauseato dalle immagini, ma volevamo dare un’immagine forte e violenta, per portare il significato della diversità anche su di un altro piano semantico”, chiosa il cantautore.

Il brano è on line su Youtube e in tutti i Digital Store (Itunes, Spotify, Amazon, Deezer).

IL VIDEO:

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