Aversa. Associazione per  delinquere di stampo mafioso turbata libertà degli incanti aggravati dalla finalità di agevolare il clan dei casalesi. Nuova operazione dei carabinieri che ha visto l’esecuzione di un’ordinanza cautelare per due persona una in carcere e di una ai domiciliari. Si tratta di Di Lauro Ferdinando e di Andrea Grieco. I magistrati hanno portato alla luce il retroscena dell’aggiudicazione dei lavori dell’area di insediamento produttivo di Aversa. A svelare il tutto è stato Antonio Iovine, detto ‘O ninno, che dal giorno del suo pentimento sta svelando i segreti e gli affari della cosca.

Le indagini hanno permesso di verificare l’appartenenza  al clan dei casalesi dell’imprenditore DI LAURO Ferdinando, espressione diretta dell’allora latitante IOVINE. Di Lauro, grazie a prestanome e compiacente al Comune, riuscì ad aggiudicarsi l’appalto per la realizzazione dell’area P.I.P. di Aversa, da edificare su un terreno di sua proprietà, per un valore complessivo pari a circa 21milioni di euro. Il progetto però non è stato mai realizzato per il subentrare dell’amministrazione del 2012.

A partecipare alla gara anche Andrea Grieco, socio di Di Lauro. I due acquistarono quindi terreno per farli rientrare nel pip, ma questo non è mai avvenuto così i due misero gli occhi sul bando di gara costringendo l’aggiudicatario, Enzo Di Federico, a rinunciare sotto minaccia dello stesso clan. Così fu indetta altra gara che, aggiudicata  alla  società  G&D  PREFABBRICATI appunto  di  Ferdinando Di Lauro, ora indagato, società della quale PITOCCHI  Gennaro, lasciato  l’incarico pubblico,  era divenuto il progettista delegato.

‘O ninno aveva quindi architettato tutto con la complicità di imprenditori e dei funzionari disponibili dell’ente  comunale che gli consentivano di intervenire nelle varie fasi della lunga procedura d’appalto.

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