“Vassallo quando aprì le sue discariche riuscì a guadagnare 4 miliardi in 41 giorni”. È’ questa una delle agghiacciati verità emerse ieri da una nuova udienza del processo sulle discariche Navambiente e Resit a Giugliano. Presenti tra gli altri Viviana D’arbitrio e Anna Russo. Rispettivamente avvocato di parte civile e rappresentante dell’associazione Ibris.

IL PROCESSO. Il procedimento che vede imputati personaggi del calibro di  Gaetano Cerci dopo molti ritardi va avanti e porta alla luce particolari inquietanti di quella vicenda. È toccato al capitano Falco ricostruire in un intrigo di numeri, cifre e date, la mole di denaro accaparrata lecitamente e illecitamente da Vassallo: il proprietario della discarica in località tre ponti di Parete oggi collaboratore di giustizia. Fiumi di miliardi che Vassallo riuscì a guadagnare sia con gli sversamenti autorizzati ma non controllati, sia con quelli abusivi molto più redditizi.
IL PREZZO AL CHILO. Secondo gli inquirenti un chilo di rifiuti urbani andava a 25 lire mentre quando si trattava di rifiuti tossici e nocivi la quotazione saliva fino a 140 lire. Furono proprio i soldi a far scoprire le illegalità che si celavano dietro il business della monnezza. Tutto partì da un accertamento fiscale che mi in luce le cave abusive usate per interrare tutto quello che arrivava, in gran parte, come ha specificato Falco, da fuori regione.
La prossima udienza vedrà la presenza di Domenico Bidognetti boss di Parete pentito.
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