Provincia. Agguati, omicidi, stese e persone armate che si aggirano per le strade. Ma anche blitz, arresti e sequestri di droga a raffica. E’ altissima l’attenzione delle forze dell’ordine sull’area nord di Napoli, dove a quanto pare c’è il serio rischio di una nuova faida per il controllo del business del droga. Da gennaio ad oggi solo a Melito si registrano infatti gli omicidi di Luigi Di Rupo e Giovanna Arrivoli ed il caso di “lupara bianca” di Davide Tarantino. Poi c’è il duplice omicidio di padre e figlio nell’officina di Marano. L’ultimo episodio sul quale si stanno concentrando gli investigatori ora è in particolare quello relativo agli arresti eseguiti l’altro giorno dai carabinieri della compagnia di Giugliano in via Cicerone a Melito. Tre uomini del clan Notturno di Scampia (cosca appartenente al cartello Scissionista napoletano con gli Abete-Abbinante-Aprea) sono infatti stati fermati con una pistola carica in auto in una delle roccaforti degli Amato-Pagano, gli Scissionisti melitesi. Riuscire a capire il motivo di quella “scorribanda” potrebbe rappresentare una chiave di lettura importante.

Stavano preparando un agguato? Questa una delle prime ipotesi ma ora ne spunta anche un’altra: quella di una nuova alleanza tra vecchi amici. Nella stessa giornata, infatti, era stato ferito a colpi di pistola Pietro Caiazza, 55enne, detto ‘o Napulitan’, parente di un pentito ma considerato un esponente di spicco degli Amato-Pagano. L’uomo, dopo le cure ricevute in ospedale, ha raccontato alla polizia di essere stato colpito lungo l’asse mediano ad Afragola mentre viaggiava con una donna in auto ma gli agenti sul luogo indicato non hanno ritrovato bossoli. Se confermata la nuova alleanza tra gli Scissionisti, Caiazza potrebbe essere stato ferito da un terzo gruppo criminale che vuole dimostrare la propria forza sull’area nord. Di recente sono stati decapitati anche i clan Lo Russo di Miano e Marino della Case Celesti.

Ed è in questo scenario che spunterebbe l’ombra del ritorno di uno storico clan: i Di Lauro. La cosca per anni padrone dei quartieri da Secondigliano fino a Melito ed Arzano avrebbe dunque iniziato a farsi risentire. Per alcuni investigatori in realtà i Di Lauro non sarebbero mai andati via anche se ora i segnali sembrano farsi più evidenti. Il capoclan Paolo (nella foto durante l’arresto), detto Ciruzzo ‘o milionario, e suo figlio Cosimo, protagonista della prima sanguinosa faida, sono ormai “sepolti” in carcere. In libertà ci sono però altri familiari, i figli del superboss Vincenzo e Ciro, ed il superlatitante Marco Di Lauro, un “fantasma” ricercato dal 2004. Il rampollo però ritornerebbe spesso nel territorio, a quanto pare travestito da donna e si sarebbe nascosto nei pressi di Scampia-Secondigliano come ad esempio a Giugliano e Melito.  I Di Lauro, inoltre, potrebbero puntare anche sull’appoggio di altri clan storici, come i Licciardi della Masseria Cardone, ed una serie di prestanome che gestiscono ancora attività fondate nel corso degli anni per ripulire i proventi delle attività illecite. Lo stesso Paolo Di Lauro, infatti, ha iniziato la sua ascesa criminale come sottoposto del boss Aniello La Monica, poi ucciso proprio da lui, gestendo però una serie di attività al limite della legalità (un cosiddetto “magliaro”).

L’interrogativo al momento è dunque questo: i Di Lauro vogliono riprendere il controllo della periferia nord? Per ora solo ipotesi, dubbi e supposizioni. Gli investigatori, polizia e carabinieri, sono al lavoro ma la tensione in tutta l’area resta altissima.

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