Passano alla Camera le disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente. Ora il testo deve passare al Senato. Sono quattro i nuovi reati, tra cui il disastro ambientale e il traffico di materiale radioattivo. A questi si affianca la confisca obbligatoria del profitto del reato. Prevista anche l’aggravante per mafia e sconti di pena per chi si ravvede, condanna al ripristino e raddoppio dei tempi di prescrizione.

 

Il disastro ambientale è punito con il carcere da 5 a 15 anni e si configura quando ci si trova in presenza di chi altera gravemente o irreversibilmente l’ecosistema o compromette la pubblica incolumità. L’inquinamento ambientale prevede la reclusione da 2 a 6 anni (e la multa da 10mila e 100mila euro) per chi deteriora in modo rilevante la biodiversità (anche agraria) o l’ecosistema o lo stato del suolo, delle acque o dell’aria. Aumenti di pene per i due delitti se commessi in aree vincolate o a danno di specie protette. Traffico e abbandono di materiale di alta radioattività: colpisce con la pena del carcere da 2 a 6 anni (e multa da 10mila a 50mila euro). Impedimento del controllo: chi nega o ostacola l’accesso o intralcia i controlli ambientali rischia la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

 

Il testo parla anche di ecomafie che si presenta quando si commettono delitti contro l’ambiente o si controllano concessioni e appalti in materia ambientale. Le aggravanti sono previste anche in caso di semplice associazione a delinquere e se vi è partecipazione di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio.

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