Marano. Ci sono ancora tanti nodi irrisolti nella morte di Fabio e Giuseppe Esposito, le due persone (padre e figlio) uccise ieri nell’officina di via Unione Sovietica a Marano. Un’officina diventata per un giorno il centro della nuova faida di camorra che sta insanguinando la città di Napoli, toccando anche la provincia.

La pista più probabile, per adesso, battuta dagli inquirenti, resta quella della vendetta trasversale. E a suggerire questa pista è l’intreccio di parentele che lega le due vittime ai clan del centro storico di Napoli. Filippo, infatti, era il cugino di Antonio Genidoni, pregiudicato ed esponente del clan Misso (da poco uscito dal carcere ed ora ai domiciliari) il quale è il figliastro di Pietro Esposito, detto ‘Pierino’, boss ammazzato al rione Sanità a novembre del 2015.

Le coincidenze che portano al centro storico non si fermano qui. Anche un altro figlio del 57enne freddato oggi inoltre, non presente stamattina al momento dell’agguato, sarebbe attivo negli ambienti malavitosi della Sanità. E allora quale sarebbe il significato di quest’agguato a nord di Napoli?

Il duplice omicidio di oggi potrebbe essere una risposta all’agguato di via Fontanelle dove sono state ammazzate due persone legate ai Vastarella. Padre e figlio uccisi oggi mentre lavoravano potrebbero essere insomma delle vittime della faida in corso tra area nord e Sanità che vede contrapposti i gruppi Mallo-Misso-Spina-Esposito e Lo Russo-Vastarella-Licciardi. La scia di sangue che insanguina le strade di Napoli arriva anche a Marano.

continua a leggere su Teleclubitalia.it
resta sempre aggiornato con il nostro canale WhatsApp