Giugliano. Pasquale non è morto. E’ vivo, il suo cuore batte. Anche se la sua vita è appesa a un filo, legata alle macchine del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale “La Schiana” di Pozzuoli, le stesse macchine che la famiglia Caterino non vuole spegnere.

“Non scrivete che Pasquale è morto – ha dichiarato Virginia, la compagna di Pasquale – E soprattutto rivolgo un appello ai medici: non staccate la spina dei macchinari che lo tengono in vita. La situazione di Pasquale non è tanto diversa da quella di Michael Schumacher, il campione dell’automobilismo in coma da due anni. C’è sempre tempo per sperare”.

La situazione clinica di Pasquale è molto delicata. La madre del giovane giuglianese si sarebbe rifiutata di sottoscrivere l’autorizzazione all’interruzione delle cure che lo tengono in vita. I familiari sono pronti a chiedere il trasferimento da “La Schiana” presso un’altra struttura ospedaliera che sia disposto ad accoglierlo.

Intanto Virginia, la compagna, ha espresso anche delle perplessità sullo svolgimento delle indagini a seguito dell’impatto dei due centauri con l’asfalto, avvenuto lunedì scorso sulla circumvallazione. “Perché sono state cancellate le macchie di sangue che si erano formate a terra? – si interroga Virginia – si faccia chiarezza sugli aspetti dell’incidente”.

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