Giugliano. Altro che federalismo fiscale. Il 31 marzo sono stati pubblicati i dati del riparto del Fondo di Solidarietà per i Comuni e quelli del Mezzogiorno viaggiano nei piani bassi della classifica. Così, se a Roma toccano circa 133 euro pro capite, a Napoli solo 59, e in alcuni grandi centri come Giugliano in Campania addirittura solo 17.

A rivelare questi dati è il Mattino. Il Fondo di Solidarietà è apparentemente aumentato da 6 a 8 miliardi da distribuire a tutti i comuni italiani, sennonché l’aumento è dovuto solo alla necessità di coprire il mancato gettito derivante dall’abolizione della tassa sulla prima casa e altri gettiti minori. Il rimborso che il forziere statale eroga individua come criterio il gettito IMU prima casa, quindi varia da territorio a territorio. E quanto a tassazione su immobili il Nord è già più avvantaggiato. Ma c’è poi una quota perequativa, all’interno del Fondo, che viene assegnata in teoria in base al fabbisogno dei singoli comuni. In teoria, appunto.

Anzitutto la quota perequativa non viene versata dallo Stato, ma dagli stessi Comuni che conferiscono al fondo un obolo pari a 22, 43 per cento del gettito IMU. Qui si nasconde la “truffa”, come avviene per i servizi sociali. In alcuni casi, infatti, come per gli anziani, si tiene conto del fabbisogno della popolazione anche se il comune in questione non eroga alcun servizio a favore degli anziani; viceversa, invece, per i servizi a favore dei bambini (come gli asili nido) si tiene conto della spesa storica di quel comune, sicché se quel comune non ha mai speso un euro per gli asili nido, non riceverà nulla. Questo rende la ridistribuzione della quota perequativa molto poco “perequativa” per i paesi del Mezzogiorno, dove ci sono più bambini, e più vantaggiosa per il Nord, dove si concentrano più anziani.

Si potrebbe dunque pensare, ragionando secondo il senso comune, che i paesi del Sud nulla versano e nulla ottengono per un servizio come l’asilo nido. Viceversa, invece, otterranno almeno quanto versato per riparare strade o finanziare l’illuminazione pubblica. Ma così non è, perché i fabbisogni di ciascun Comune vengono considerati in maniera complessiva. Cioè se un comune non ha asili nido è come se il “peso” complessivo del suo fabbisogno venisse considerato inferiore rispetto ad un altro comune. Con questo escamotage, il Comune di Napoli perde 10 milioni dal riparto nel 2016 dopo averne persi 8 nel 2015.

Con questi sistemi di ripartizione, dunque, a Napoli “torna” dal Fondo di Solidarietà appena 59 euro pro capite, a fronte dei 97 di Milano e dei 133 di Roma e dei 138 di Bologna. Male anche Palermo, a cui toccano appena 32 euro pro capite. Giugliano, comune di 120mila abitanti, terzo della Campania, ottiene appena 17 euro pro capite. Male anche Torre del Greco, fermo a 19 e Casoria, fermo a 28. Meglio per Pozzuoli (46), Caserta (77). Avellino (75) e Benevento (68),

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