I costi del servizio acquedotto sono ancora elevatissimi: nel bilancio di previsione 2015, visto che quello 2016 non è stato ancora approvato, ammontano a circa 4milioni di euro. Meno male che non vengono tutti  distribuiti sull’utenza, altrimenti la tariffa sarebbe altissima. Vediamoli nel dettaglio.

Come risulta dalla scheda tecnica allegata alla delibera di giunta 57 del 19/11/2013, l’acquisto dell’acqua presso gli enti fornitori incide per 2milioni580mila euro. Tale cifra è stata calcolata tenendo presente che il 30% del prezioso liquido viene disperso nel sottosuolo, in virtù delle cattive condizioni delle conduttura idriche. Acqua Campania e Arin (i due enti fornitori), infatti, forniscono una provvista acqua che costa al Comune 3milioni680mila euro. Altre voci che incidono sul costo del servizio sono la spesa del personale (fontanieri, tecnici, eccetera) 223mila743 euro; materiali vari 20mila euro; vestiario 1000 euro; manutenzione impianti tecnologici (pompe di sollevamento e sale di controllo) 61mila euro; controllo qualità acque (analisi periodiche) 60mila euro; convenzione ATO 8mila500 euro; interessi passivi (mutui contratti per le opere pubbliche realizzate) 156mila816 euro; bollette enel impianti tecnologici 820mila euro. Dunque, è facile evincere che l’eliminazione o la riduzione di alcune di queste voci, inciderebbe sicuramente sulle bollette. E’ assurdo pagare oltre 800mila euro di consumo di corrente per il funzionamento degli impianti tecnologici (cosiddette vasche di accumulo), dove ci sono pompe per il sollevamento dell’acqua di grande potenza. E’ stato mai commissionato uno studio per cercare di capire se è possibile installare sulle centrali di pompaggio, pannelli solari o servirsi di pompe che consumino meno energia?

Alla prossima puntata.

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