L’articolo apparso in questi giorni sul Mattino, intitolato “Uno stadio al posto del frutteto: il Comune non se n’era accorto”, ha sollevato gran scalpore, in città e altrove. Mauro Bertini, sindaco nel periodo in cui fu realizzata l’imponente struttura sportiva, presso la quale, per alcuni anni, si è allenato anche la squadra del Napoli, è stato tempestato di telefonate: ha dovuto spiegare a uno a uno che le cose non stanno come sono state riportate dal noto quotidiano.

 

Signor Bertini, ma davvero non ve n’eravate accorti che stavate realizzando lo stadio su un terreno di proprietà del Comune di Napoli?
“Intanto, mi stupisce che un giornale serio come il Mattino pubblichi e dia risalto a notizie senza averne prima verificata l’attendibilità. Ovviamente chiederemo la rettifica ufficiale. L’area sulla quale è stato realizzato lo stadio passò al Comune di Napoli in seguito allo scioglimento dell’”Educandato femminile”. Su questo tema c’è un contenzioso che risale alla notte dei tempi fra Marano e Napoli, perché quest’ultima è la sede presso la quale risiedeva l’Educandato, mentre Marano è la città dove sono collocate le proprietà. L’amministrazione da me guidata all’epoca ha sempre sostenuto che tali edifici fossero passati nelle disponibilità del Comune di Marano. Mai chiusa la vertenza. Considerata comunque la prima ipotesi – aggiunge Bertini, oggi consigliere comunale di minoranza -, quando si è deciso di costruire lo stadio sono state espletate regolarmente tutte le procedure previste dalla legge, tra cui anche quella espropriativa nei confronti del Comune di Napoli. Le somme necessarie per la liquidazione delle parti espropriate sono state regolarmente accantonate nel piano economico dell’opera e, per la parte dovuta, versate alla Cassa Depositi e Prestiti, come previsto per legge, laddove non si raggiunga un accordo o quando non si riesca a rintracciare il proprietario e noi non siamo mai riusciti a sapere chi fosse per il Comune di Napoli il nostro interlocutore”.
Pare che esista lo stesso problema anche per le palazzine di viale Duca D’Aosta, dove da diversi anni è la sede di alcuni uffici comunali…
“Sì, perché l’edificio insiste su un terreno sempre dell’Educandato. Gli importi corrispondenti al fitto, quando amministravo la città, ogni anno venivano accantonati in bilancio e non si è mai pensato di versarli per motivi di cassa. Strano che qualcuno scopra l’acqua calda e ne faccia un articolo sensazionale. C’era una trattativa in corso fra il Comune di Marano e quello di Napoli per una transazione a stralcio con l’acquisto della palazzina che sarebbe avvenuto dietro versamento dell’importo dei fitti arretrati, integrato, all’epoca, da un ulteriore esborso di 200.000 euro. Poi è cambiata l’amministrazione e la cosa si è arenata.
Ora che il debito è lievitato a 1 milione di euro, appare strano che l’amministrazione di Marano non abbia pensato di andare a transigere il passivo, magari recuperando l’idea dell’acquisto con una ragionevole integrazione e un sostenibile rateizzo”.
Storia dello stadio dove si è allenato il Napoli
L’idea di realizzare a Marano uno stadio degno di questo nome venne nel 1999 al consigliere comunale Geppino De Vivo (eletto, all’epoca, nelle fila di Rifondazione Comunista) che la sostenne con determinazione e riuscì a convincere il sindaco Mauro Bertini, inizialmente contrario: riteneva che si sarebbero sprecati soldi che potevano essere utilizzati diversamente. E così si passò alla fase operativa. Attraverso un bando pubblico fu affidata la progettazione all’ing. Sergio Radente, che nel febbraio 2000 presentò il piano preliminare. Contemporaneamente, il Comune ottenne un finanziamento di 5miliardi e 200milioni di vecchie lire dalla cassa Depositi e Prestiti. Nella seduta consiliare del 22 giugno 2000, l’ex consigliere comunale di Forza Italia, Teresa Giaccio (è stata vicesindaco nella prima amministrazione Liccardo), stigmatizzò il modus operandi dell’amministrazione.
“Per l’opera – disse Giaccio – occorrono 5miliardi e 200 milioni, ai quali vanno aggiunti 3 miliardi e 800 milioni di interessi. Questa amministrazione non è riuscita a ottenere finanziamenti dalla Comunità europea; non ha saputo chiedere l’intervento del CONI o della Regione. In questo modo i 9 miliardi peseranno tutti sulle spalle dei cittadini”
In ogni caso, nel 2002 fu bandita la gara d’appalto e iniziarono pure i lavori. Lo stadio fu completato proprio quando fu sciolto il Consiglio comunale. Sembrava che dovessero inaugurarlo i Commissari prefettizi, invece toccò poi a chi lo volle a tutti i costi. L’inaugurazione del complesso avvenne il 18 dicembre 2004 alla presenza del campione olimpico Giuseppe Gibilisco e del grande capitano del Napoli Totonno Iuliano. La serata inaugurale fu segnata da un meeting di atletica leggera con la partecipazione di personaggi di rilevanza nazionale.
Lo stadio è stato utilizzato, nel periodo 2005-2006, anche dal Napoli Soccer (così si chiamava all’epoca) che si allenava due volte a settimana e giocava anche la partitella infrasettimanale del giovedì.
Durante il primo allenamento del Napoli Soccer nello stadio maranese (avvenuto alle ore 10.00 del 27 gennaio 2005), il responsabile del settore giovanile dell’epoca Santoro ebbe a dichiarare: “Non c’è dubbio, è un ottimo stadio. Ci ha molto colpito la qualità del manto erboso”.

 

Domenico Rosiello

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