Mentre per diversi politici e cittadini addentrati nelle faccende amministrative le dimissioni annunciate in pompa magna dal sindaco Liccardo su mass media e siti locali, qualora il Ministero non dovesse consentirgli di assumere altro personale necessario all’Ente, sono l’ennesimo bluff, per l’ex sindaco Bertini, oggi consigliere di opposizione, possono invece essere una cosa seria .

Per quale motivo?

“La prima volta il sindaco Liccardo ha dato le dimissioni d’istinto,  qualcuno poi l’ha richiamato agli impegni che aveva preso e l’ha fatto ritornare sui suoi passi. Adesso, invece, può andarsene davvero, perché  la missione può considerarsi sostanzialmente compiuta.

A quale missione si riferisce

“A quella della lottizzazione C 17 che, in questi giorni, grazie a una sentenza del TAR, ritorna fra le cose che si possono fare”.

Ma se è stato proprio il sindaco, con il suo esecutivo, ad annullare, attraverso una delibera di giunta, la decisione del Commissario ad acta di dare attuazione al Pua (Piano urbanistico attuativo, ndr) della C17 che avrebbe dato l’avallo a costruire…”

“E lì sta il gioco”

Può essere più chiaro…

“Sulla vicenda C17, Liccardo si è trovato preso fra l’incudine e il martello: da una parte la necessità di mantenere gli impegni assunti con i palazzinari che di fatto lo hanno fatto eleggere, e dall’altra il grosso rischio di finire nel mirino di una magistratura già molto attenta a quello che succede a Marano, alla quale non poteva passare inosservata una lottizzazione di circa 400 appartamenti con un investimento di oltre 60 milioni di euro. Il sindaco, tra l’altro, si era trovato  le mani legate dai pareri contrari, molto motivati e ben fondati, sia della ex segretaria comunale, dottoressa  Brunella Asfaldo, che dell’ex Dirigente dell’Area Tecnica, arch. Agostino Di Lorenzo”.

 E come ha sbrogliato la matassa?

“A Marano c’è una situazione davvero singolare. L’avvocato che storicamente cura gli interessi dei palazzinari e ne patrocina tutte le cause sarebbe il principale suggeritore delle strategie amministrative del Sindaco e in questo avrebbe gioco facile, visto che può contare sulla presenza all’interno della maggioranza di un parente che ha un ruolo molto importante. Penso che sia stato lui ad architettare un marchingegno diabolico. Liccardo, nonostante il parere contrario dell’avvocato convenzionato, annulla con un atto di Giunta la delibera con la quale il Commissario ad Acta approvava il PUA, attivando volutamente una procedura inidonea, facilmente impugnabile davanti al TAR. I lottizzatori, difesi sempre dallo stesso avvocato, infatti, impugnano la decisione della giunta e il TAR, dove il Comune si è difeso con il legale convenzionato che per 2.500 euro al mese fa 2.500 cause,  annulla la delibera che annulla il PUA, con il risultato che non è stato il Sindaco ad approvare la lottizzazione, anzi a lui va il merito di averla annullata, ma è il TAR che rimetterebbe in corsa il business speculativo”.

Quindi a questo punto la lottizzazione è in regola?

“Assolutamente no. I vizi riscontrati dai dirigenti restano tutti: è stata solo annullata la delibera della giunta per vizi formali e ritorna in vigore quella del Commissario ad Acta per quanto gravemente inficiata”.

A questo punto, secondo lei, che cosa si può e si deve fare?

“Si possono fare tante cose, ma tutto dipende dalla volontà politica, da quello che affettivamente vuole il Sindaco. C’è la possibilità di fare ricorso al Consiglio di Stato e con un avvocato specializzato i giochi possono essere completamente riaperti. Ma siamo sicuri che è questo che vuole Liccardo?

 Ma allora perché il Sindaco annuncia le sue probabili dimissioni?

“Adesso può andarsene: i patti sono stati rispettati e lui non ce la fa più a tenere in piedi una cosa che in piedi non ci sta più. Fra l’altro, con la storia delle possibili dimissioni, crea uno stato di ulteriore aleatorietà, per cui magari il compito di ricorrere al Consiglio di Stato andrebbe a finire nelle mani di un Commissario Prefettizio che non avrebbe più il tempo materiale per presentare il ricorso nei termini e il gioco è fatto. Lo strano risalto che il sindaco ha preteso per il comunicato sulle sue dimissioni, a mio parere,  è il primo passo di una ben orchestrata “exit strategy”, di cui si conoscono nomi e cognomi dei suggeritori”.

 

 Domenico Rosiello

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