Sono stati condannati a 75 anni di carcere gli affiliati al clan Pianese D’Alterio. La sentenza in appello ha confermato, e in alcuni casi, ridotto le pene per i dieci imputati alla sbarra.

Emanuele Forestiero condannato a 5 anni di reclusione e al pagamento di 900 euro di multa, Ramon Pizzo 6 anni e 2200 euro, Biagio Micillo 8 anni e 2800 euro, Domenico Russo 2 anni e il pagamento di 1400 euro di ammenda, Giuseppe Iodice 12 anni di reclusione, Vincenzo Iuffredo 7 anni e 2750 euro di multa, Palumbo Sergio 10 anni di carcere e 3mila euro di multa, Nicola Poerio 6 anni e 2250 euro, Angelo Conte 6 anni e 2000 euro di ammenda e interdetto dai pubblici uffici. E’ stata poi confermata la sentenza di primo grado per Caterina Pianese, figlia di Nicola o’ mussuto e Raffaella D’Alterio anche detta “a’ miciona”, che in primo grado era stata condannata a 8 anni di reclusione.

Il motivo per cui erano finiti sotto accusa era l’imposizione del pizzo a due noti ristoranti siti tra Giugliano e Qualiano. I fatti risalgano al 2008. Tra gli imputati anche Biagio Micillo, ritenuto dagli investigatori il legame tra il clan egemone a Qualiano e i Mallardo di Giugliano e “gestore” del pizzo nelle zone di confine.

Alcuni degli imputati sono difesi dagli avvocati Michele Giametta, Leopoldo Perone, Gennaro Pecoraro, Celestino Gentile che adesso potranno ricorrere in Cassazione.  Il pubblico ministero in primo grado aveva chiesto il doppio della pena per i presunti affiliati alle due cosche: ben 140 anni di carcere.

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