Mattinata di proteste a Mugnano. I lavoratori del mercato Ittico della città si sono riuniti fuori al comune per protestare contro le ultime vicissitudini della struttura adibita a mercato ittico che aprono inquietanti scenari circa il futuro dell’intero comparto ittico di Mugnano che è rappresentato dal consorzio mittente che annovera 17 associati sui 24 concessionari presenti nel mercato. Nella gara del 03/03/2016 indetta per la gestione temporanea del mercato sono state escluse tutte le aziende partecipanti. Temiamo per il futuro delle nostre famiglie e su quello delle famiglie delle centinaia e centinaia di dipendenti occupati presso la struttura mercatale. Se nessuna azienda è stata ammessa alla gara per la gestione semestrale del mercato e legalmente non sarà possibile alcun tipo di affidamento diretto o proroga, come si intende evitare la chiusura, che pare annunciata, della struttura? Chiariamo che eviteremo l’evento della chiusura utilizzando tutti i sistemi legali e democratici a nostra disposizione. Il Consorzio Mercato Ittico di Mugnano ha chiesto ai propri soci un enorme sforzo per partecipare alla gara per la gestione del mercato ittico e diventare protagonista del proprio destino, piuttosto che la solita merce di scambio in mano a potentati; non vogliamo discutere in questa sede i motivi di esclusione, lo faremo nelle sedi opportune; ma con tale gesto volevamo anche scongiurare l’ipotesi che il Mercato Ittico di Mugnano potesse finire ad aziende venete, ai soliti raccomandati e noti personaggi che gravitano nel sottobosco politico o nella peggiore delle ipotesi, essere chiuso per mancanza di competitori. L’enorme fatturato del mercato ittico di Mugnano sarà suddiviso fra quelli di Pozzuoli e Volla lasciando senza lavoro circa cinquecento persone oltre ad avere ricadute fortissime sull’indotto. Tutto questo non lo consentiremo. Le nostre ragioni le sosterremo con una manifestazione sotto il Palazzo di Città mercoledì 16 marzo per scongiurare un disastro economico; intendiamo proseguire la lotta con ogni mezzo che le Leggi consentono. Non intendiamo pagare errori di altri rimettendoci tutto quanto costruito in anni di durissimo e onesto lavoro. Chiediamo una cosa semplicissima che forse per la politica è un concetto sconosciuto: di lasciarci lavorare.

Questo quanto scritto nel comunicato

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