Ad Aversa, con la freschezza dei novelli arrivati, molte liste civiche e partiti politici, propongono soluzioni per il miglioramento della qualità della vita.
Ma senza aspettativa di vita, non c’è qualità che tenga, ne futuro per gli aversani.
Gli attivisti di Aversa a cinque stelle, hanno un programma completamente differente: salvaguardare innanzitutto, la vita.
A dispetto di ogni tentativo di negare il nesso tra l’aumento dei tumori e l’inquinamento ambientale, constatiamo un aumento di morti per tumore in tutte le fasce d’età, con preoccupanti aumenti di neoplasie particolari anche nei bambini.
Ammalarsi in Campania di tumore, dopo la devastazione politica della Sanità, è già quello un calvario, ancor prima di combattere contro la malattia, un sistema, che se non fosse per l’abnegazione di medici e operatori, sarebbe già un rudere.
Negli incontri con i cittadini, sul tema della gestione dei rifiuti e del loro corretto smaltimento, questo è stato un tema ricorrente. Siamo pervenuti alla convinzione che è necessario riprendere in mano il nostro destino, senza dipendere dagli altri, per quello che è nelle scelte e nelle competenze di un’amministrazione comunale decisa fare la sua parte.
Da anni infatti, in Italia, lobby di discariche e inceneritori ed ecomafie giocano una sporchissima guerra dei rifiuti senza esclusione di colpi, che passa anche, attraverso gli ostacoli posti ad un sistema di gestione industriale del rifiuto, assolutamente eco sostenibile.
Per organizzare il sistema in modo efficiente, si dovrà ripristinare il nucleo ambientale dei vigili urbani (corpo ritenuto fondamentale nel controllo della legalità cittadina), investendo risorse finanziarie e organiche, incentivando il personale, individuare guardie ecologiche, per sensibilizzare e informare sulle corrette pratiche di riciclo, sanzionare gli indisciplinati, rivedere completamente l’appalto di servizio con la ditta di smaltimento penalizzando le condotte non osservanti il contratto di fornitura, valorizzare la raccolta differenziata spinta, contrastare gli sversamenti illegali delle tante aziende al nero, e questo, solo per grandi linee.
Il punto è, raccolta differenziata spinta.
La frazione umida, in termini di peso, rappresenta circa il 70% del totale. Questa frazione è assolutamente riciclabile (Impianti di Compostaggio) ed ha, un costo unitario di smaltimento medio (che dai dati disponibili, dall’osservatorio sui rifiuti del 2014) è di circa 98,98 euro a tonnellata.
Per colpa della mancanza di impianti di compostaggio provinciali, funzionanti, ad un recente “Convegno sui Rifiuti Zero” da noi organizzato ad Aversa, abbiamo appreso che il costo di smaltimento attuale per il Comune è di circa 128 euro a tonnellata.
Il costo unitario per lo smaltimento e il trattamento dei rifiuti indifferenziati (inceneritore o discarica) è invece di 189,75 a tonnellata.
E’ evidente, che se i rifiuti indifferenziati aumentano, perchè chi li gestisce, non ha nessuna penalizzazione per la mancata resa del servizio, il danno si distribuisce sul Comune e sulle tasche dei contribuenti aversani, attraverso l’aumento della TARI e purtroppo anche sulla loro salute, sulla loro vita.
Nella gestione dei Rifiuti, il compostaggio rappresenta una forma di smaltimento e riciclaggio particolarmente interessante per i seguenti motivi:
Permette lo smaltimento della componente biodegradabile dei rifiuti solidi urbani, con recupero di materiale e riduzione dell’impatto ambientale.
Evita fenomeni indesiderati che potrebbero aver luogo nel caso di trattamento dei rifiuti in discarica: produzione di biogas, percolato, odori;
Consente il trattamento della frazione organica putrescibile dei rifiuti, che contiene notevoli quantità d’acqua e ne limita di conseguenza le possibilità di utilizzo;
Permette di utilizzare completamente la frazione organica disponibile senza produzione di eventuali sottoprodotti da smaltire;
Non richiede apporto energetico;
Ha come risultato finale la produzione di compost, che si può considerare prezioso tenendo presente che il nostro paese lo importa per una spesa rilevante;
Trasforma il rifiuto in materia prima.
Un impianto di compostaggio a gestione pubblica, realizzato in Consorzio pubblico con altri comuni dell’Agro Aversano, potrebbe risolvere il problema della mancanza di impianti e al tempo stesso, costituire una vera miniera per la tutela dell’ambiente e delle tasche dei cittadini, coniugando salute e un notevole investimento di ritorno economico.
Eliminerebbe, inoltre, quegli ostacoli per il raggiungimento di una raccolta differenziata spinta, che fanno lievitare i costi di smaltimento della componente organica quasi ai livelli di costo per tonnellata dell’indifferenziato secco.
Questo, a causa del girovagare del rifiuto attraverso vari siti di trasferenza, prima di essere portato in impianti situati fuori regione.
Impianti di trasferenza, spesso realizzati male e obsoleti, maleodoranti (come quello di Gricignano) e gestiti da privati.
Un impianto di compostaggio presenta rischi zero per la salute dei cittadini. Parliamo di impianti che trattano umido, scarti di cucina e di giardino. Il processo di trasformazione, poi, avviene a temperature basse, fino ad un massimo di 70 gradi.
Fondamentale è la gestione ed organizzazione della raccolta differenziata e della fase di stoccaggio. Se ciò non viene fatto in maniera corretta, allora può palesarsi il rischio di cattivi odori.
Una buona gestione della sezione di stoccaggio, esclude il pericolo di cattivi odori. Gli impianti ben gestiti che ci sono in Italia, non hanno alcun tipo di problema da questo punto di vista. L’odore del compost, poi, è simile a quello che possiamo sentire in un bosco. Può piacere o meno, ma sicuramente si tratta di un odore per niente dannoso alla salute.
Fondamentali sono inoltre altri provvedimenti quali la chiusura delle aree operative destinate alle prime fasi di processo (quelle in cui il materiale da trattare è ancora potenzialmente odorigeno), l’utilizzazione di appositi canali per le arie esauste provenienti da tali aree operative e da inviare verso una sezione specifica di trattamento degli odori, il dimensionamento adeguato del sistema utilizzato per la deodorizzazione delle arie esauste come, ad esempio, i Biofiltri e/o  gli Scrubbers (Torri di lavaggio), la corretta gestione dei sistemi di deodorizzazione utilizzati.
Altri accorgimenti tecnici sono, le doppie porte di ingresso ed accorgimenti per l’uscita dei veicoli e delle persone che accedono all’impianto, operando in depressione nel fabbricato che contiene l’impianto e nelle zone di controllo degli odori.
Nella valutazione della zona di ubicazione, che potrebbe essere individuata , nel territorio industriale di Gricignano o Carinaro oppure ai confini col territorio di Giugliano condizionando l’impianto, alla totale assenza di emissioni olfattive e ad un adeguato dimensionamento dell’impianto rispetto alle necessità del territorio.
L’impatto del miasma odoroso sulla comune vivibilità sarebbe oggettivamente insopportabile e causa di cambiamenti nelle abitudini di vita che non sarebbero tollerabili.
Un moderno impianto di compostaggio, in grado di trattare 12.000 t/anno di rifiuti servendo un bacino di utenza di 100.000 abitanti, ha un costo valutabile in 2 milioni di euro, con un tempo di costruzione e collaudo di circa 1 anno, una vita media di 15 anni e si potrebbe realizzare con fondi europei e regionali o attingendo a finanziamenti statali.
Anche i prezzi del compost, sono un elemento interessante e variano in relazione al settore di destinazione e agli acquirenti interessati.
Solo a titolo di esempio, alcuni dati: il compost vagliato e sfuso non confezionato, passa da 2,5 euro/t massimi per il recupero ambientale a 2,5-10 euro/t per l’agricoltura a pieno campo e a 10-20 euro/t per la paesaggistica e il florovivaismo.
La soluzione certamente, andrebbe condivisa e pianificata con tutti gli attori del territorio, Cittadini , Consiglio Comunale, Provincia e Consorzio pubblico di gestione dell’Impianto.

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