Giugliano. La battaglia politica contro la costruzione dell’eco-villaggio rom passa dai banchi del consiglio alla piazza. E’ partita infatti nel weekend la raccolta firme per indire un referendum consultivo sulla realizzazione della struttura. Più di 400 le firme raccolte nei vari gazebo allestiti in città. Piazza Matteotti, Piazza Gramsci, Ponte Riccio e Licola. Obiettivo: 5mila adesioni.

Ad appoggiare l’iniziativa, promossa da un comitato civico, sono sei consiglieri di opposizione: Alfonso Sequino, Luigi Guarino, Francesco Aprovitola, Anna Russo, Vincenzo Basile e Raffaele Migliaccio.  “Il gruppo consiliare di Forza Italia appoggia il referendum consultivo per portare la voce del popolo nella casa comunale. I ghetti – dichiara Alfonso Sequino, capogruppo FI – non sono assolutamente forme di integrazione. 1 milione e 300mila euro stanziati per quella struttura sono uno spreco. Quei soldi potrebbero essere usati per attuare l’integrazione a chi la vuole veramente garantendo il rispetto della legge”.

Interlocutoria per adesso la posizione del PD cittadino. “Il circolo si riunirà nei prossimi giorni per valutare una linea precisa rispetto al referendum – dichiara Adriano Castaldo -. La nostra contrarietà però all’eco-villaggio è già nota. Il partito democratico abbraccia le strategie europee dell’inclusione sociale. L’ammistrazione avrebbe dovuto concertare con Regione e Ministero dell’Interno una soluzione diversa rispetto ala realizzazione del nuovo campo rom”.

Il referendum consultivo che si vuole indire, tengono a precisare i consiglieri di opposizione, non è né abrogativo né propositivo. Il comune non si è dotato ancora di questo strumento. Il 14 marzo si discuterà in consiglio la modifica dello Statuto per introdurre questa nuova forma di consultazione popolare. Una volta raccolte le 5mila firme, sarà il sindaco a decidere se indire o meno la consultazione popolare a spese del Comune.

Apprezza lo scopo dell’iniziativa Luigi Sequino, esponente della maggioranza di Poziello e presidente del Consiglio, che tuttavia precisa: “Consultare i cittadini attraverso un referendum è di sicuro una grossa forma di partecipazione democratica – ha dichiarato -. La volontà popolare che emergerà dal referendum dovrà essere tenuta in considerazione, ma non sarà determinante ai fini della scelta effettuata dall’amministrazione”.

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