Giugliano. Michele Di Nardo è dietro le sbarre. Lo guarda con una aria mista tra rabbia e compassione. Di fronte a lui Giuliano Pirozzi che che dal suo separè racconta la vita criminale di Giugliano. L’affresco più interessante lo dipinge proprio per Di Nardo, il camorrista divenuto famoso per essere stato arrestato grazie ad un foto su Facebook postata dalla sua amata. Un errore grossolano per uno come lui. Di Nardo è del gruppo di via Cumana. Quelli del Vico di Pragliuli. Pieno centro della città. Quando il boss Lello Mallardo voleva qualcuno, i suoi scagnozzi lo avvicinavano e dicevano che era desiderato “in cimm o Vico”. Bastava questa frase per far capire a tutti che era arrivato un ordine dall’alto.
 Michele Di Nardo fa i primi passi della sua carriera camorristica in questo “battaglione” del clan. Ben presto però scala la fiducia dei super boss Francesco e Giuseppe: diventa l’accompagatore ufficiale delle loro mogli e per questo stringe legami forti anche con Napoli. Dove la signore hanno parenti ed amici. Aveva, appena entrato nel clan, già una mesata da 4000 euro. Roba da senatori. Pirozzi spiega che questo infastidì non poco la vecchia guardia. Era però il pupillo di Ciccio. Questo bastava a far zittire tutti.
 Michele, Pirozzi lo dice cento volte, era un camorrista vero. Una persona “seria”. Uno che non aveva avuto timore a riprendere il suo stesso padre dopo uno sgarro. Uno che non era nato criminale ma che era divenuto un “Mallardo” da adulto. Per Pirozzi non ci sono dubbi doveva essere lui il nuovo capo clan. Stava per diventare il “reggente” addirittura anche durante la sua latitanza. Era lui che doveva essere il nuovo super boss ma una foto su Facebook ha fermato la sua ascesa criminale. 
(Le informazioni rese in questo articolo sono prese da alcune deposizione del pentito Pirozzi)

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