Luigi Badillo, questo il nome del 31enne di Giugliano morto ad Amsterdam per un arresto cardiaco. Un ragazzo semplice e con la testa sulle spalle che non c’è più. Luigi  ha lasciato un vuoto nella sua famiglia, tra i suoi amici, facendo stringere un’intera comunità, quella giuglianese ma più in generale, quella di Napoli Nord, attorno al suo nome, un nome che verrà ricordato proprio perché se muori a 31 anni, diventi automaticamente il figlio di una città intera che ti vuole bene, che già sente la tua mancanza.

 

Luigi era in viaggio con la fidanzata, Stefania, nella capitale dell’Olanda, una capitale meravigliosa, simbolo del divertimento europeo che ha ispirato opere maestose, ma che si è presa Luigi, mentre era a casa dei suoi amici. La tragedia intorno alle 3 di notte, la paura e l’arresto cardiaco, inutili i soccorsi dei medici sul posto. Un dolore che non passerà alla sua famiglia e quella della fidanzata. Lei figlia di un noto e stimato professionista in città. La sua famiglia ora si trova ad Amsterdam in attesa dell’autopsia, per cercare di far luce sulla vicenda.

 

Luigi era un ragazzo semplice, d’altri tempi. Nell’era del “me, me, me” Luigi era un altruista sempre pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno, un ragazzo per bene che non aveva nell’ambizione il suo sogno, ma voleva metter su famiglia. Un figlio, questo il suo desiderio, accentuato in quelle che poi saranno le sue ultime settimane prima della tragedia. Un ragazzo bello, solare, disponibile, simpatico, come lo descrivono gli amici che ancora non si capacitano dell’accaduto.

 

La musica la sua grande passione, un ragazzo amato da tutti come testimoniano anche i commenti al nostro articolo della notte.

 

“Vorremmo fosse tutto un incubo” ci scrivono disperati i conoscenti, “Invece è tutto vero”, concludono.

 

 

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