Lo studio turco è stato realizzato su pazienti maschi, maggiorenni, con colica renale o diagnosi di calcolo ureterale, randomizzati in 3 gruppi. Dei 90 soggetti rispondenti ai criteri di inclusione, 75 hanno completato lo studio che prevedeva una durata di 4 settimane con follow up a 2 e 4 settimane. Al primo gruppo (gruppo 1 con 31 pazienti) era stata data come unica indicazione quella di avere almeno 3 rapporti sessuali alla settimana, al secondo gruppo (gruppo 2 con 21 pazienti) è stato somministrato un alfa-litico, al terzo gruppo (gruppo 3 con 23 pazienti) solo una terapia sintomatica, fungendo da gruppo di controllo. A distanza di 2 settimane dall’avvio dello studio gli autori hanno osservato che nel gruppo 1 la percentuale di espulsioni spontanee dei calcoli era quasi doppia (84%) rispetto a quella del gruppo 2 (47%), mentre il gruppo 3 mostrava la percentuale più bassa (34%).

 

A quattro settimane il 93,5% dei pazienti del gruppo 1, l’81% del gruppo 2 ed il 78% del gruppo 3 avevano espulso spontaneamente i calcoli. “Le conclusioni dello studio ci portano a considerare che i rapporti sessuali abbiano un ruolo nel facilitare l’espulsione spontanea del calcoli ureterali e nel ridurne il tempo di espulsione -sottolinea Alessandro Palmieri, presidente della SIA e professore di Urologia presso la Clinica Urologica dell’Università di Napoli Federico II -. A differenza dei colleghi turchi, però, riteniamo che la ragione sia da ricercare non tanto nella liberazione di ossido nitrico (NO), tipica dell’erezione, ma nella combinazione di movimento e rilascio di endorfine. A beneficiarne sarebbero perciò potenzialmente anche le donne. Qualora, invece, studi più approfonditi e su una popolazione più ampia confermassero il ruolo dell’NO, si aprirebbe la possibilità di valutare una nuova indicazione per gli inibitori delle fosfodiesterasi di tipo 5, i farmaci contro la disfunzione erettile, che ne stimolano l’azione”

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