La coerenza non è mai stata il punto forte di taluni personaggi che col calcio hanno pensato solo a lucrare. Storiche le immagini al tribunale di Cremona, storico il patteggiamento della pena e non è finita qui perché il processo penale continua, ma questo, per Antonio Conte ed i dirigenti del calcio italiano, importa poco. L’Italia vuole ripartire da Conte, per qualcuno sembra un quadro perfetto.

 

Questa vicenda ricorda molto la storia che tratta Massimiliano Bruno in Viva l’Italia!, film del 2012 in cui un politico, Michele Placido, che ha anteposto sempre i propri interessi a quelli del Paese, ha un ictus che gli toglie i freni inibitori e comincia a confessare tutto. Prova anche a redimere i figli che hanno sfruttato le conoscenze del padre per avere buone posizioni lavorative. L’incoerenza, tipicamente verde, bianca e rossa che ha portato Conte ad escludere Insigne per una malsupposta poca voglia di Nazionale.

 

Non continueremo a dire perché ha sbagliato, ci limiteremo a ricordare che Insigne fu mandato a casa dopo un comunicato della FIGC che recitava “Insigne torna a casa. Il calciatore, che da ieri è a riposo precauzionale a seguito del versamento al ginocchio destro accusato dopo la gara Milan – Napoli, pur migliorato, presenta ancora una sofferenza all’articolazione interessata. Insigne lascerà oggi Coverciano e farà ritorno alla società di appartenenza per le cure del caso”. Deliri italici

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