Era stato costretto a pagare la “tassa di tranquillità” un imprenditore di Sessa Aurunca, dedito all’attività di macellazione della carne. L’uomo aveva subito crescenti pressioni dal clan degli Esposito cd. “muzzoni” che oltre l’estorsione, avevano obbligato a far gestire la propria attività al sodalizio tramite prestanome e l’imprenditore diventava un semplice dipendente.

A seguito della denuncia sono stati arrestati Di Lorenzo Gaetano, Esposito Vincenzo figlio dello storico capo clan Mario e ‘Angelo Carlo appartenete al citato clan.

L’imprenditore veniva convocato al cospetto dall’allora reggente del clan Esposito, Di Lorenzo Gaetano, con modalità tipiche del metodo mafioso. L’imprenditore veniva costretto a cambiare macchina e veniva privato del cellulare prima di essere condotto in un luogo individuato ad hoc dal clan, all’interno di un’abitazione in aperta campagna dalla quale era individuabile la presenza delle forze dell’ordine.

Con l’arresto di Di Lorenzo la richiesta estorsiva riprendeva ad opera di Esposito Vincenzo con le stesse modalità ma in altra abitazione ubicata in un vicolo del centro di Sessa Aurunca e già confiscata e nel possesso dell’agenzia nazionale per i beni confiscati alla mafia. Qui Esposito reiterava la richiesta di denaro in rate mensili da 2mila euro e rimandava la consegna della prima tranche a qualche giorno dopo mediante l’invii di emissari che si recavano presso l’azienda della vittima dalla quale si faceva consegnare la somma pattuita in contanti.

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